De Palo: «Le contestazioni a Roccella? Rattristato, l’ideologia acceca»

De Palo: «Le contestazioni a Roccella? Rattristato, l’ideologia acceca»
Avvenire INTERNO

ANSA Prima di accendere il microfono per questa intervista, Gigi De Palo, l’organizzatore degli Stati Generali della Natalità, si lascia andare a un lungo sfogo nel quale, come un fiume in piena, confessa la sua amarezza per l’esito di una giornata segnata dalla contestazione alla ministra per la Famiglia Eugenia Roccella, ma soprattutto per il messaggio che un esito di questo tipo può veicolare, il fatto cioè che non contino le idee, ma le azioni di disturbo e le censure, per conquistare la scena mediatica, peraltro in un contesto in cui i margini per le grandi visioni sembrano essersi ristretti, nella politica ma non solo. (Avvenire)

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Per impedirle di parlare (cioè di esprimere le sue idee) è stata montata nel pubblico una gazzarra (a sua volta utilizzata per manifestare idee, silenziando quelle avverse). Nei confronti della ministra un simile episodio era già avvenuto l’anno scorso al Salone del Libro di Torino. (La Stampa)

Non è che finisce che prima o poi ci bastonano?». I militanti dei collettivi studenteschi se ne sono appena andati - e al loro arrivo alla facoltà di Lettere della Sapienza alcuni compagni li hanno accolti con applausi: «Ben fatto! Basta con i fascisti e con gli oscurantisti» - e intanto, in preda a sgomento e paura, restano centinaia di ragazze e di ragazzi all’auditorium di via della Conciliazione, volontari delle associazioni cristiane, di un mondo non etichettabile come destra o come ascari del governo anzi pieno di giovani cattolico-democratici. (ilmessaggero.it)

“Stigmatizzo un’interruzione con tanta veemenza e preclusione al confronto”. (Adnkronos)

Cecilia Strada: «Ma quale censura, il vero problema è l’attacco alla 194»

"Sostengo le parole di Mattarella: nella nostra democrazia tutti hanno diritto di parola. (Tiscali Notizie)

La ministra Roccella ha lasciato gli Stati generali della natalità senza pronunciare il suo intervento. Un gruppo di studenti hanno interrotto il convegno con fischi e cori, impedendole di parlare. Al termine della contestazione, i ragazzi sono stati identificati dalla polizia. (L'HuffPost)

La censura è quando chi ha il potere toglie la parola a chi ne ha molto meno, non una semplice contestazione non violenta». Mi pare eccessivo, c’è una evidente differenza di potere tra le ragazze dei collettivi e una ministra che ha la possibilità di dire la sua ogni giorno su tutte le tv. (il manifesto)