Contestazioni alla ministra Roccella: il dissenso e la libertà di parola
La democrazia può incorrere in una malattia pericolosa quando si calpestano i pensieri e i diritti delle minoranze. Una società privata del dissenso diventa l'apripista del pensiero unico, il pane dei totalitarismi. È sempre necessario diffidare di un Paese dove il dissenso viene ingabbiato, censurato, confinato.
Il dissenso e la critica
Il dissenso può raggiungere livelli di critica impietosa, a tratti durissima. Questo è spesso il risultato della paura, specialmente tra i più giovani, di essere prevaricati e ignorati.
Cecilia Strada e la questione della censura
Cecilia Strada, attivista per i diritti umani, ex presidente di Emergency, figlia di Gino e Teresa, e capolista per il Pd alle europee nel nordovest, ha commentato le recenti contestazioni. "Ho sentito utilizzare la parola 'censura' dalla ministra Roccella per le contestazioni subite. Mi pare eccessivo. La censura è quando chi ha il potere toglie la parola a chi ne ha molto meno, non una semplice contestazione non violenta".
La contestazione alla ministra Roccella
Recentemente, la ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella, è stata contestata da un gruppo di studentesse mentre si apprestava a prendere la parola agli Stati Generali della natalità all’auditorium della Conciliazione a Roma. Le studentesse hanno esposto cartelli, urlato e fischiato, chiedendo che i pro vita fossero allontanati dai consultori.
La risposta del ministro
Roccella ha cercato di replicare alle contestazioni. "Nessuno ha detto che qualcun altro decide sul corpo delle donne, è per questo che siamo qui perché oggi le donne non decidono liberamente se possono avere figli", ha dichiarato l’esponente del governo.