FCA, la piattaforma PSA e il futuro dei fornitori italiani

FormulaPassion.it ECONOMIA

La virata sulla piattaforma di PSA dunque non comporta un necessario orientamento verso la componentistica transalpina, almeno per ora.

Una decisione per salvaguardare costi inutili di ricerca e sviluppo, a detta di Fiat Chrysler.

Forse lo stesso motivo che ronza nella mente dei fornitori italiani di FCA da quanto è stata annunciata la fusione con PSA e la nascita di Stellantis e che negli ultimi giorni di incertezza è tornato pesantemente a farsi sentire. (FormulaPassion.it)

Ne parlano anche altri giornali

Proprio questa diversità culturale, automobilistica e non, se sfruttata a dovere, potrebbe essere la vera marcia in più. Fca e Psa hanno annunciato in una nota congiunta il nome della nuova casa automobilistica che il prossimo anno si inserirà fra i giganti globali, quei costruttori in grado di produrre e vendere dieci milioni di veicoli l’anno. (Il Messaggero)

Con questa breve dichiarazione, i due costruttori hanno confermato il progetto di condivisione dell’architettura francese Cmp (già usata per la Peugeot 208 e la Opel Corsa) che ha scatenato le prime preoccupazioni tra i fornitori italiani. (Quattroruote)

FCA ha, infatti, informato gli attuali fornitori di interrompere le attività di sviluppo per il futuro. Non è certo una sorpresa che il gruppo Stellantis che nascerà dalla fusione tra FCA e PSA adotterà la piattaforma CMP del gruppo PSA per la realizzazione di modelli di segmento B. (ClubAlfa.it)

Fiat e Lancia sono le prime vittime della fusione tra Fiat Chrysler Automobiles e il gruppo PSA. Questo significa che le future Lancia Ypsilon e le nuove Fiat di segmento B saranno targate PSA. (Ultim'ora News)

Prima, avevano rapporti solo con FCA; domani, avranno rapporti anche con PSA, per il tramite di FCA. Ad alzare la temperatura, i modelli FCA con piattaforma PSA. (ClubAlfa.it)

Tanto più che Psa ha già annunciato una nuova piattaforma, da adottare entro il 2023, per i modelli elettrici dei suv e delle berline. Ed è un toccasana nei giorni della grande crisi delle vetture: Fca è in rosso per oltre un miliardo di euro nel primo semestre 2020 e soffre soprattutto il crollo delle immatricolazioni in Europa. (Imola Oggi)