Eni Nigeria, le motivazioni dei giudici: “Mancano prove certe sulla corruzione

Il Fatto Quotidiano ECONOMIA

Alcuni profili della vicenda restano in parte oscuri e possono essere oggetto di ricostruzioni probabilistiche e ipotetiche” scrivono i giudici.

Inoltre ritengono che Armanna, le cui dichiarazioni sono state valorizzate dall’accusa, avrebbe orchestrato “un impressionante vortice di falsità” per “gettare fango”.

A meno di tre mesi dalla sentenza i giudici di Milano hanno depositato le motivazioni del verdetto di assoluzione di tutti gli imputati nel processo Eni Nigeria (Il Fatto Quotidiano)

Ne parlano anche altre fonti

A quanto si è saputo, infine, tra l'aggiunto De Pasquale e il pm Storari non ci sarebbe stata mai un'interlocuzione verbale su questi temi e nemmeno un vero scontro. A quanto si apprende, nelle mail, inviate dal pm Storari (pure lui indagato a Brescia per il caso dei verbali dell'avvocato Piero Amara e i contrasti con i vertici del suo ufficio) ai vertici dell'ufficio, il magistrato faceva notare la inattendibilità dell'ex manager Eni Vincenzo Armanna. (Sky Tg24 )

Era stato girato di nascosto il 28 luglio del 2014 da Amara durante un incontro con Armanna. Toni e parole che proverebbero l'intenzione di Armanna di «ricattare i vertici» della società dalla quale era stato licenziato un anno prima (ilGiornale.it)

Milano, 10 giu. (LaPresse) – “L’apertura del procedimento da parte della Procura di Brescia nei confronti del procuratore aggiunto De Pasquale e del sostituto procuratore Spadaro, è atto dovuto che merita rispetto istituzionale, tanto quanto l’assoluta professionalità dei colleghi”. (LaPresse)

Materiale che i due pubblici ministeri non hanno messo a disposizione delle difese e del Tribunale durante il processo pur avendo consapevolezza, questa è l'ipotesi, delle false accuse. Sull'inattendibilità di Armanna si sono espressi anche i giudici del caso Eni-Nigeria nelle motivazioni della sentenza con cui i 15 imputati sono stati assolti (Rai News)

Il procuratore aggiunto di Milano Fabio De Pasquale e il pm Sergio Spadaro sono indagati dalla Procura di Brescia con l’ipotesi di rifiuto d’atti d’ufficio in relazione al processo Eni/Shell-Nigeria di cui ieri il Tribunale ha depositato le motivazioni dell’assoluzione di tutti gli imputati. (L'HuffPost)

La procura di Brescia, competente a giudicare i magistrati milanesi, ha iscritto nel registro degli indagati il procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e il pm Sergio Spadaro, per la loro gestione delle prove nel processo Eni Nigeria (La Sentinella del Canavese)