I vigili del fuoco italiani salvano due ragazzi dopo il terremoto: «Li sentiamo, scavate qui sotto»- Corriere.it

Corriere della Sera INTERNO

Di Fulvio Fiano Il nostro personale e la drammatica corsa contro il tempo tra le macerie: «Costretti a scegliere chi aiutare». Non si hanno notizie di una famiglia di nostri sei connazionali Dal nostro inviato ADANA — La segnalazione è di un gruppo di abitanti del posto, una delle tante, tantissime che arrivano in continuazione in queste ore, a volte alimentate più dalla speranza che rette su possibilità concrete di arrivare a un salvataggio: «Venite — spiegano gesticolando — sentiamo delle voci sotto le macerie», dicono ai vigili del fuoco che dall’altra notte stanno esaminando uno a uno i palazzi crollati (quasi tutti) attorno a piazza Cumhuriyet, che affaccia sul fiume Oronte e dove sboccano tutte le grandi arterie del centro di Antiochia (o Hatay). (Corriere della Sera)

Su altre testate

Il nuovo bilancio è di 21.051 morti tra i due paesi, secondo le autorità locali. (LaPresse) – Sono oltre 21mila le vittime del devastante terremoto che ha colpito Turchia e Siria. (LaPresse)

Il team inviato dal governo Netanyahu opera nella zona di Kahramanmaras e ha salvato almeno 10 persone (LaPresse)

(LaPresse) – Un salvataggio miracoloso tra le macerie del devastante terremoto che ha colpito Turchia e Siria. I suoi genitori e i suoi tre fratelli hanno perso la vita mentre cercavano di scappare durante il terremoto (LaPresse)

La finestra standard di opportunità si è chiusa ma qualche residuo miracolo è forse ancora possibile per chi non è nel triste elenco degli oltre 20.000 morti del sisma che ha colpito Turchia e Siria. Continuano le ricerche nonostante siano trascorsi giorni sotto ai crolli e al gelo. (LaC news24)

Estratti vivi dalla macerie Deboli le speranze di trovare ancora sopavvissuti tra le macerie anche se arrivano sparse notizie di miracolosi salvataggi. (la Repubblica)

Nella terra che non sta mai ferma, tra polvere e pioggia, Alberto Mariotti, pisano di 28 anni e volontario del servizio civile internazionale, racconta la fuga dell’inferno di Antakya (Antochia ndr) dove si trovava nella notte tra domenica e lunedì, quando tutto è crollato. (LA NAZIONE)