Crotone, delitto Giuseppe Perretta. Ergastolo per l’assassino Salvatore Gerace

Corriere della Sera INTERNO

Lo spacciatore Salvatore Gerace era molto infastidito dal viavai continuo delle donne che andavano all’associazione proprio davanti al portone di casa sua: disturbavano i suoi traffici di droga.

Il ragazzo era morto fra le braccia di Katia nel locale che lei, dal 2009, aveva trasformato in una associazione di aiuto alle donne vittime di violenze.

E poi si era convinto che quel ragazzino con la faccia pulita e il sorriso facile facesse la spia con i carabinieri, tramasse contro di lui. (Corriere della Sera)

Su altre fonti

La Corte d’Assise ha contestato a Gerace l’aggravante della premeditazione, accogliendo la richiesta di condanna avanzata dal pm della Procura della Repubblica di Crotone, Ines Bellesi, e dalle parti civili. (Zoom24.it)

Il corpo non è mai stato trovato, “occultato”, secondo l’accusa, dopo essere stato messo dentro un sacco e trasportato in un luogo ancora ignoto. Ricostruzione completamente esclusa dall’accusa, secondo cui ci sarebbe una sola certezza: Souad non sarebbe uscita viva da quella casa. (Thesocialpost.it)

Il corpo della donna però non è mai stato trovato e per questo la difesa di El Biti aveva chiesto l'assoluzione, avanzando l'ipotesi che Suad potesse aver deciso di allontanarsi volontariamente abbandonando i figli piccoli. (La Repubblica)

Da ieri sera, quindi, nella scheda personale del detenuto Nicolino Grande Aracri c’è scritto “fine pena mai”. Gli ermellini hanno condannato all’ergastolo il boss di Cutro accusato dell’omicidio del boss Antonio Dragone. (Il Fatto Quotidiano)

Il ragazzino di 18 anni era stato ammazzato dal pluripregiudicato 57enne con quattro colpi di pistola in un basso di via Ducarne, nel centro storico di Crotone, dove abitava insieme ai fratelli ed alla madre, Caterina Villirillo, presidente dell’associazione Libere donne che aveva sede nello stesso appartamento. (Il Crotonese)

Omicidio Giuseppe Parretta, ergastolo per Salvatore Gerace: la sentenza. Il comportamento processuale dell’assassino "è sempre stato denigratorio verso la mamma di Giuseppe", ha sottolineato anche Jessica Tassone, avvocata di parte civile per i fratelli di Giuseppe e presidente di un’associazione che si occupa di violenza di genere. (Today)