Antonio De Marco, il pm: "Avrebbe potuto uccidere ancora". Il killer di Lecce: "Sono pentito"

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Ne viene fuori il ritratto di un serial killer, capace di ammazzare ancora dopo l'assassinio dell'arbitro e della sua fidanzata nel loro appartamento.

Nonostante questo, però, pare che l'omicida in cella si sia pentito: "Mi dispiace per quello che ho fatto, non lo rifarei".

E' questo uno dei motivi per cui Antonio De Marco, reo confesso dell'uccisione dei fidanzati di Lecce, Daniele De Santis ed Eleonora Manta, adesso si trova nel supercarcere di Borgo San Nicola (Liberoquotidiano.it)

Se ne è parlato anche su altre testate

Era introverso, però gentilissimo e ogni volta che aveva un problema veniva da me, si confidava. La famiglia, evidentemente devastata, non ha intenzione di rilasciare alcuna dichiarazione, così come la difesa, affidata all’avvocato Gianni Bellisario. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

L'arresto è stato convalidato dal gip del Tribunale di Lecce, Michele Toriello, che conferma la custodia cautelare in carcere. Lo hanno riferito lasciando il carcere di Lecce i suoi avvocati, Andrea Starace e Giovanni Bellisario. (Il Mattino)

Il profilo, che prima portava il nome di ‘Giovanni Antonio De Marco’, adesso è rinominato con ‘Giò DM‘. L’account Facebook di Antonio De Marco ha subito delle modifiche, nonostante il ragazzo si trovi, come è ovvio che sia, rinchiuso nel carcere di Lecce (Bigodino.it)

“Provate a prendermi”: questo, tradotto in soldoni, in senso di quella rappresentazione che alla comunità tutta avrebbe dovuto lasciare un messaggio. Sul biglietto, con su scritte tutte le istruzioni, vi sarebbe anche stata un’altra indicazione. (TeleRama News)

vrebbe il profilo del potenziale serial killer, lo studente di Scienze infermieristiche di 21 anni reo confesso del delitto della coppia di fidanzati, avvenuto una decina di giorni fa a Lecce. (Ticinonline)

De Marco - che si trova in isolamento - sarebbe apparso «scosso» e «provato» ai legali, e a loro dire avrebbe preso coscienza della gravità dei suoi atti. Sulla possibilità di chiedere una perizia psichiatrica i due avvocati hanno risposto: «Dobbiamo valutare». (Il Messaggero)