Quirinale: Riccardo Molinari (Lega) sull'elezione del Capo dello Stato

Radiogold INTERNO

– Mancano 12 giorni al via delle consultazioni per l’elezione del Presidente della Repubblica.

Oggi il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari è intervenuto ai microfoni di Radio Anch’io: “Noi dobbiamo capire se Berlusconi è davvero in campo e ci vogliamo giocare la partita in questo modo, andando verso quella soluzione” ha detto il politico alessandrino “dobbiamo però prepararci un piano B, trovare un’altra figura di centrodestra che sia condivisibile anche dal centrosinistra, io vedo questo schema. (Radiogold)

La notizia riportata su altre testate

I numeri di Mannheimer. “Posso giocarmi le mie carte…” Silvio Berlusconi non molla il Colle. La permanenza di Draghi a palazzo Chigi e la conferma di Mattarella al Quirinale sarebbe – per Mannheimer – “la soluzione perfetta. (AlessioPorcu.it)

Lui però insiste, dice che Draghi non lo vuole votare e allora lo aiuto», spiega in un’intervista a La Stampa. Io gli ho chiesto ‘E chi sono questi?’ Lui fa l’equazione: ci sono parlamentari senza un futuro e allora mi voteranno (Open)

Appena più articolato il commento del suo collega, Flavio Gastaldi, deputato e sindaco di Genola: “Attendiamo la riunione di gruppo che immagino si farà a ridosso della prima votazione Fino a poco tempo fa sembrava certo che a sostituire Sergio Mattarella al Quirinale fosse l’attuale premier Mario Draghi. (TargatoCn.it)

Mercoledì 12 gennaio 2022 - 20:50. Da FdI sono netti: “Venerdì ci aspettiamo che Berlusconi formalizzi la candidatura, e noi saremo leali dopo aver verificato la fattibilità di questa operazione. (askanews)

Dice però un colonnello renziano: “Quando Salvini conferma che rimarrà al governo anche senza Draghi contribuisce a stabilizzare il quadro Di tutt’altro avviso Maurizio Lupi, leader di Noi con l’Italia: “Oggi più che mai il nome è quello di Silvio Berlusconi perché è quello che compatta di più la coalizione di centrodestra. (L'HuffPost)

Il Corriere ha una newsletter dedicata all’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Di solito questa specie appartiene alla sinistra snob e radical chic, al Pd insomma (Corriere della Sera)