Pompei: rinvenuti arredi domus ‘Larario’, com’era la vita del ceto medio

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LaPresse INTERNO

Ministro Franceschini: "Pompei non finisce di stupire". LaPresse) Piccoli ambienti arredati rinvenuti attorno al sontuoso ‘Larario’ con raffigurato un ‘giardino incantato’, già scavato nel 2018 nel corso di interventi di manutenzione dei fronti di scavo.

Piatti, vasi, anfore, oggetti in vetro e terracotta lasciati in bauli e armadi, abbandonati frettolosamente durante la catastrofe e recuperati oggi con gli strumenti dello scavo stratigrafico. (LaPresse)

Se ne è parlato anche su altri media

Si tratta di un ambiente adibito al culto, che presentava su una parete una nicchia sacra ai "Lari", numi tutelari della casa e al di sotto due grandi serpenti "agatodemoni" (demone buono), simbolo di prosperità e buon auspicio In quest'area, con accesso dal vicolo di Lucrezio Frontone, nel 2018 emerse un lussuoso larario riccamente decorato. (Il Vescovado Costa di Amalfi)

La vita immobile di Pompei che riaffiora alla luce: gli ultimi istanti di vita sono fotografati negli arredi sconquassati dall'eruzione del 79 d.C., abbandonati frettolosamente durante la catastrofe e recuperati oggi con gli strumenti dello scavo stratigrafico. (Tiscali Notizie)

Non mancano i servizi però, una cucina e una latrina, quasi come quelle che si trovano nelle abitazioni più importanti. Il Grande Progetto. Siamo nella Regio V, in quel cuneo di terreno nel quale sono stati fatti negli anni passati gli scavi del Grande Progetto , resi necessari dalla messa in sicurezza del sito patrimonio dell’Umanità. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Ecco le immagini. Si tratta di un armadio rimasto chiuso per duemila anni con tutto il suo corredo di stoviglie appartenente a una famiglia del ceto medio. (Liberoquotidiano.it)

«Una realtà diffusa e poco raccontata», dice il direttore Zuchtriegel. Un armadio rimasto chiuso per duemila anni con tutto il suo corredo di stoviglie. (Gazzetta di Parma)

Il direttore del Parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, lo definisce "un quadro quasi “cinematografico” : il baule svuotato e lasciato aperto dai proprietari scappati, le travi del solaio “congelati” dal flusso piroclastico mentre crollano sui mobili, l’armadio con i vasi sul ripiano spezzato". (La Repubblica)