Il vicecomandante del battaglione Azov nega la resa: “Siamo ancora dentro lo stabilimento”

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Il vicecomandante del battaglione Azov nega la resa: “Siamo ancora dentro lo stabilimento” In un video diffuso in serata, il vicecomandante e portavoce del reggimento Azov, Sviatoslav Kalina Palamar, ha detto di essere ancora nello stabilimento di Mariupol e ha negato la sua resa annunciata dai russi.

A parlare è il vicecomandante e portavoce del reggimento Azov, Sviatoslav Palamar, soprannominato Kalina. (Fanpage.it)

Su altri giornali

Uno dei combattenti del battaglione Azov, Dmytro Kozatsky detto “Orest”, ha diffuso ai media ucraini quelle che probabilmente saranno le ultime sue foto dall’interno dell’acciaieria Azovstal a Mariupol, dopo che Kiev ha ordinato il cessate il fuoco ai suoi soldati per concludere le evacuazioni. (Open)

La difesa dell’acciaieria Azovstal di Mariupol è terminata e lo stabilimento ora è in mano ai russi. “Le strutture sotterranee dell’azienda, dove si erano nascosti i militanti – ha spiegato -, sono passate sotto il pieno controllo delle Forze armate russe”. (Sardegna Reporter)

Alla fine anche Dmytro Kozatskiy, noto come Orest, è stato catturato dai militari russi. Fotografo dell’Azovstal catturato dai russi. Il fotografo, poco prima di finire nelle mani dei militari russi, ha pubblicato sui social un tweet che lascia poco spazio all’immaginazione: “È fatta. (Virgilio Notizie)

"I miei uomini sono tutti qui con me", dice comunicando la resa. Volynsky risponde a domande poste dai russi: secondo i media russi, avrebbe confermato la presenza di combattenti stranieri ma non la presenza di figure straniere che avrebbero fornito ordini ed istruzioni (ilmessaggero.it)

Più di venti foto caricate in una cartella su Google Drive, attraverso un link pubblico e disponibile a tutti, diventate il testamento del fotografo-soldato che non ha mai smesso di raccontare attraverso il suo obiettivo le condizioni di vita all’interno dell’acciaieria. (Corriere della Sera)

Alcuni sono stati portati dai russi in un'ex colonia penale nel territorio controllato dai separatisti filorussi, altri sono stati ricoverati in ospedale (Il Sole 24 ORE)