Confindustria: guerra frena l’Europa, in particolare l’Italia

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La notizia riportata su altre testate

In tempi non sospetti abbiamo scritto che una guerra lunga avrebbe avuto sul Pil italiano gli stessi effetti della pandemia dove in un solo anno si è perso l’8,9%. Facciamo tutto quello che stiamo facendo sull’energia, ma evitiamo di spacciare soluzioni semplici a cose complicatissime. (Quotidiano del Sud)

"Gli indicatori congiunturali a marzo - osserva il Csc - hanno confermato il netto indebolimento dell'economia italiana. Per altro, proprio ieri Lagarde ha definito "altamente probabile" un aumento dei tassi già quest'anno. (la Repubblica)

“Tali gli effetti descritti anche nella Nota sulla congiuntura pubblicata dall'Ufficio parlamentare di bilancio che sottolinea come la congiuntura da inizio anno sia divenuta ancora più incerta e come, nel medio termine, i rischi al ribasso sulla crescita e al rialzo sull'inflazione siano concreti e appesantiscano il trend che nel 2021 il nostro Paese aveva imboccato con una crescita senza precedenti del 6,6% - spiega Pella - Di fronte a tale scenario, verificatosi in questo primo trimestre 2022, dobbiamo dare un forte segnale di contrasto sia alla guerra, il cui protrarsi comporterebbe ulteriori vittime e ulteriori ripercussioni economiche per l'area euro e per l'Italia, sia ai rischi congiunturali derivanti dalle ostilità in corso: Forza Italia continuerà con il massimo impegno a operare per aumentare le semplificazioni, potenziare i servizi pubblici sui territori, tutelare imprese e settori chiave come edilizia, terziario ed export, richiedendo il tetto europeo al prezzo del gas e un forte intervento sulla riduzione del cuneo fiscale anziché pensare di aumentare la pressione fiscale sulla casa” (newsbiella.it)

Sommandosi agli effetti dei contagi, ciò riduce il PIL nel 1° trimestre 2022 e allunga un'ombra sul 2°: l'andamento in aprile è compromesso e le prospettive sono cupe": lo scrive il centro studi di Confindustria nella congiuntura flash di aprile. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Infatti, Italia e Germania sono stati i Paesi il cui PIL per il biennio 2022/2023 ha subito ad aprile la maggiore revisione al ribasso (-1,9% Germania e -2% Italia) da parte del FMI, rispetto al precedente dato di gennaio. (Startmag Web magazine)

Nello specifico, la significativa flessione nella manifattura sarebbe stata ridimensionata da un minore indebolimento dei servizi, grazie al progressivo allentamento delle restrizioni pandemiche. (Milano Finanza)