Colpo di scena in Svezia: la neoeletta premier Magdalena Andersson si dimette

Metropolitan Magazine ESTERI

Cioè appena uno in meno della maggioranza di 175 sui 349 legislatori del Riksdag, il cui eventuale voto contrario boccia qualsiasi premier.

Col no del Parlamento alla sua finanziaria, la sua missione è durata poche ore.

Clamoroso colpo di scena in Svezia: poche ore dopo essere stata eletta premier, prima donna nel Paese scandinavo, Magdalena Andersson ha rassegnato le dimissioni.

Hanno votato a favore 117 deputati, 57 si sono astenuti e 174 hanno votato contro. (Metropolitan Magazine )

La notizia riportata su altri media

1920 1920 true. Notiziario. (Sputnik Italia)

Prima donna premier dopo una sfilza di 33 leader uomini negli ultimi 145 anni. Per la premier Andersson la defezione degli alleati è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. (EuropaToday)

Succede in Svezia, dove la leader socialdemocratica Magdalena Andersson, prima donna a essere eletta premier nel Paese scandinavo, ha rassegnato le dimissioni dopo neppure otto ore, in seguito alla bocciatura della legge di bilancio e all’uscita dalla coalizione di governo dei Verdi. (Il Sole 24 ORE)

54 anni, e' stata ministra delle Finanze nel governo di Stefan Lofven, dimessosi da primo ministro lo scorso 10 novembre. La Svezia ha eletto per la prima volta una donna alla guida del governo, ma Magdalena Anderson, leader dei socialdemocratici, si e' dimessa poche ore dopo. (Tiscali.it)

La nomina era arrivata con 117 voti favorevoli, 174 contrari e 57 astenuti: numeri che, in base alla legge svedese, consentono l'elezione. La Svezia ha eletto per la prima volta una donna alla guida del governo, ma Magdalena Anderson, leader dei socialdemocratici, si è dimessa poche ore dopo. (Corriere TV)

La premier, ai primi di novembre, era stata nominata per acclamazione leader del suo partito socialdemocratico, proiettandola verso la storica elezione a premier, durata poche ore «La pratica costituzionale vuole che un governo di coalizione si dimetta dopo che uno dei partiti abbandona la coalizione. (Corriere del Ticino)