Operazione della GdF contro lo streaming illegale

Punto Informatico INTERNO

La Guardia di Finanza monitora costantemente il mercato dello streaming illegale e spesso riesce a scoprire reti IPTV pirata, come avvenuto all’inizio del mese ad Ascoli Piceno.

Gli aficionados dello streaming illegale hanno subito un altro duro colpo dalla Guardia di Finanza.

Il nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche ha sequestrato oltre 500 risorse web e 40 canali Telegram utilizzati per la trasmissione delle partite di calcio e la promozione di un “abbonamento” a prezzi irrisori. (Punto Informatico)

Ne parlano anche altre testate

Numerosi canali Telegram – tra cui alcuni con oltre 20.000 iscritti – ne pubblicizzavano i vantaggi e la. convenienza offrendo in un unico abbonamento chiamato ‘Applicazione Ufficiale’, ad un prezzo irrisorio,. (TuttOggi)

L’«Applicazione ufficiale» illegale L’abbonamento unico, chiamato «Applicazione ufficiale» prometteva, con un costo irrisorio, di guardare le pay tv in simultanea da qualunque dispositivo e offrivano una prova gratuita di un’ora, assicurando la garanzia di anonimato. (Corriere della Sera)

Le conseguenti analisi svolte dagli investigatori hanno, allo stato, consentito di appurare l’esistenza di un nuovo sistema di gestione dei flussi informatici, denominato “Stream Creed”, che risulterebbe derivare dal codice sorgente della già nota “Xtream Code”, piattaforma pirata mondiale smantellata dal medesimo Nucleo Speciale nel 2019 (l'Immediato)

Chiunque ha provato a collegarsi ai servizi pirata è stato immediatamente reindirizzato su un apposito pannello informativo che avvertiva che il sito tramite il quale si stava visionando il programma era sottoposto a sequestro ed i dati di connessione tracciati. (Genova24.it)

In più, i creatori assicuravano la possibilità di una prova gratuita della durata di un'ora con la garanzia di anonimato a vantaggio dei fruitori. Come riporta un'agenzia dell'Adrkronos, il Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza ha svolto un "blitz" contro la pirateria audiovisiva, la cosiddetta "IPTV". (HWfiles)

Per Stefano Azzi, ceo di Dazn Italia, si tratta di un fenomeno che colpisce tutto il mondo dei player OTT, non solo Dazn. Numerosi canali Telegram - tra cui alcuni con oltre 20mila iscritti- ne pubblicizzavano i vantaggi e la convenienza offrendo in un unico abbonamento chiamato 'Applicazione Ufficiale'. (la Repubblica)