Il Fatto di domani. Israele, la piazza piega Netanyahu: sospesa la schiforma salvacondotto per la sua corruzione. “Crani impoveriti”, penne armate contro la satira

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ISRAELE, LA PIAZZA FERMA LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA. NETANYAHU PARLA ALLA NAZIONE. La riforma della giustizia è ritardata, ma non abbandonata. Il premier israeliano e una parte della maggioranza di ultradestra che lo sostiene hanno ceduto alla piazza. Determinante il blocco generalizzato scatenato dallo sciopero generale convocato oggi al termine di 12 settimane di proteste popolari trasversali contro una legge che minaccia l’indipendenza della Corte costituzionale, massimo organo giudiziario israeliano, fortemente voluta dalla destra radicale al governo e da Netanyahu stesso per azzerare i suoi numerosi guai giudiziari. (Il Fatto Quotidiano)

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Subito dopo il discorso di Netanyahu lo Histadrut ha annunciato che revocherà lo sciopero generale, che minacciava di bloccare l’economia israeliana. Le parole di Netanyahu sono parse calmare le tensioni, ma non hanno risolto il nodo alla base delle proteste (LaPresse)

Gli architetti della legge sono il ministro della Giustizia Yariv Levin (Likud) e il potente presidente della Commissione costituzionale della Knesset Simchà Rothman (Sionismo religioso). La riforma giudiziaria che ha spaccato Israele è il principale perno su cui ruota l'azione dell'esecutivo di Benjamin Netanyahu dal momento (fine dicembre 2022) in cui è entrato in carica. (L'HuffPost)

Con un tono più conciliante, poi, Netanyahu ha ribadito di essere determinato ad approvare la riforma giudiziaria, ma ha chiesto “un tentativo per raggiungere un ampio consenso“ “Rinvio per evitare una guerra civile”. (LaPresse)

Israele nel caos, Netanyahu congela riforma giustizia 27 marzo 2023 (Il Sole 24 ORE)

Circa 80.000 persone si sono radunate a Gerusalemme attorno alla Knesset, il Parlamento israeliano, per protestare contro la riforma della giustizia del governo di Benjamin Netanyahu. Il primo ministro israeliano sui social ha chiesto ai manifestanti di comportarsi con responsabilità e di non provocare altre violenze, scrivendo: "Siamo tutti fratelli". (Il Sole 24 ORE)

E “Bibi” perderebbe la maggioranza. Netanyahu a colloquio con chi lo sostiene, ma l’estrema destra di Ben Gvir lo minaccia: “Se si ferma noi fuori dall’esecutivo”. (Il Fatto Quotidiano)