Israele in rivolta con uno sciopero storico

AGI - Agenzia Italia ESTERI

Per fermare la riforma della giustizia in Israele si prepara "uno sciopero storico". Lo annuncia il segretario generale dell'Histadrut, il potente sindacato laburista, Arnon Bar-David. In tutto il Paese si sono scatenate violente proteste della popolazione. "Occorre chiudere il Paese, c'è un limite a quanto puoi stare a guardare", ha detto Bar-David. Si sono fermati i decolli degli aerei dall'aeroporto internazionale Ben Gurion, a Tel Aviv, per fermare "la follia" del governo che vorrebbe una controversa riforma della giustizia. (AGI - Agenzia Italia)

Ne parlano anche altri media

ISRAELE, LA PIAZZA FERMA LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA. NETANYAHU PARLA ALLA NAZIONE. (Il Fatto Quotidiano)

E “Bibi” perderebbe la maggioranza. Netanyahu a colloquio con chi lo sostiene, ma l’estrema destra di Ben Gvir lo minaccia: “Se si ferma noi fuori dall’esecutivo”. (Il Fatto Quotidiano)

Nuove proteste in tutto Israele contro la riforma della giustizia voluta da Benjamin Netanyahu, che ieri ha licenziato il ministro della Difesa Yoav Galant, contrario al provvedimento. Oggi sciopero generale; chiuse anche le ambasciate. (Il Sole 24 ORE)

Nella notte oltre 700mila persone in piazza e lunedì mattina sciopero generale. E “Bibi” perderebbe la maggioranza. (Il Fatto Quotidiano)

Circa 80.000 persone si sono radunate a Gerusalemme attorno alla Knesset, il Parlamento israeliano, per protestare contro la riforma della giustizia del governo di Benjamin Netanyahu. Il primo ministro israeliano sui social ha chiesto ai manifestanti di comportarsi con responsabilità e di non provocare altre violenze, scrivendo: "Siamo tutti fratelli". (Il Sole 24 ORE)

Subito dopo il discorso di Netanyahu lo Histadrut ha annunciato che revocherà lo sciopero generale, che minacciava di bloccare l’economia israeliana. “Quando c’è l’opportunità di evitare la guerra civile attraverso il dialogo, io, come primo ministro, prendo una pausa per il dialogo”, ha detto Netanyahu, dicendo di non essere pronto a dividere la nazione. (LaPresse)