La Rai vieta il blackface nelle trasmissioni: il rapper Ghali frigna e la tv di Stato ubbidisce

Ghali contro Tali e Quali Show. In Italia ci hanno pensato gli «italiani di seconda generazione» capeggiati dal rapper Ghali a insorgere contro il blackface.

Sul banco degli imputati è finito Sergio Muniz, che nella stagione 2020 ha interpretato il rapper Ghali sfoderando dreadlocks finti e blackface.

Detto, fatto: mamma Rai ha accolto le istanze del Black lives matter alla pummarola e ha fatto ammenda, come ognuno si aspettava

L’intento di Muniz era chiaro: per imitare un rapper di colore, si è semplicemente tinto la faccia — certamente non a scopo denigratorio o per esprimere idee suprematiste. (Il Primato Nazionale)

Se ne è parlato anche su altre testate

Adesso la Rai, come riporta TvBlog, ha preso una decisione in merito promettendo di evitare il ripetersi di questa situazione. Tuttavia, la trasmissione di Carlo Conti spesso è stata accusata di praticare la Blackface, ossia tingere di nero la faccia in modo marcatamente non realistico per assumere le sembianze stilizzate e stereotipate di una persona nera. (Lanostratv)

In quella circostanza, si legge sul sito di Lunaria, per le associazioni “era apparsa evidente la scelta di scurire il volto e di accentuare altri tratti del viso e dei capelli, allo scopo di sottolineare il colore della pelle del cantante” (L'HuffPost)

La risposta della Rai, resa nota oggi dalle associazioni, sembra dunque rappresentare una svolta storica per la tv pubblico, visto che il problema della blackface negli ultimi anni sembrava essere sottostimato dalle parti di Viale Mazzini. (Tvblog)

Ci faremo anzi portavoce delle vostre istanze presso il vertice aziendale e presso le direzioni che svolgono un ruolo nodale di coordinamento perché le vostre osservazioni sulla pratica del Blackface diventino consapevolezza diffusa». (Il Messaggero)

Per anni la pratica del blackface ha spopolato in televisione e al cinema. Sembra averlo capito David Byrne, che recentemente si è scusato su Twitter per aver utilizzato più di 30 anni fa il blackface nel video dei Talking Heads Stop Making Sense. (Wired Italia)

Esisteva anche un genere musicale, la coon song, in cui l'artista nero veniva presentato con derisione, come un dandy impacciato La Rai si è impegnata a evitare ulteriori situazioni di questo tipo, nel rispetto delle varie etnie e culture. (Tv Fanpage)