Sofia apre, ma Skopje non risponde

RSI.ch Informazione ESTERI

La Bulgaria, va ricordato, fu il primo Stato a riconoscere la sovranità della Macedonia del Nord dopo la dissoluzione della Iugoslavia.

Oggi, venerdì, il Parlamento della Bulgaria si è tuttavia pronunciato a favore della rimozione del veto opposto dal Paese all'apertura di negoziati d'adesione all'UE per la Macedonia del Nord.

Inoltre, in base al testo approvato oggi, nulla nel processo di adesione di Skopje all'UE potrà essere interpretato come un riconoscimento della lingua macedone, che Sofia considera come un dialetto bulgaro. (RSI.ch Informazione)

La notizia riportata su altri giornali

Via il veto della Bulgaria: dopo un anno e mezzo di blocco la Macedonia del Nord può avviare il negoziato con l’Unione europea. Con ciò viene rimosso il veto di Sofia sull’avvio del negoziato della Macedonia del Nord con Bruxelles, che durava appunto da un anno e mezzo. (Il Fatto Quotidiano)

Come previsto, il Consiglio Europeo concede a Ucraina e Moldavia lo status di paese candidato a entrare nell'Ue. Ma è il vertice dei 27 leader europei con i 6 leader dei Balcani occidentali, in mattinata, a rubare tempo ed energie (L'HuffPost)

L’incontro mattutino con i leader di Albania, Macedonia del Nord, Serbia, Bosnia ed Erzegovina e Montenegro si è infatti concluso con un nulla di fatto. “È cosa buona dare lo status di candidato all’Ucraina, ma spero che il popolo ucraino non si faccia troppe illusioni”, ha concluso il premier dell’Albania, Paese candidato a entrare nell’Ue dal ‘lontano’ 2014 (EuropaToday)

Non dobbiamo permettere che questioni bilaterali diventino problemi multilaterali", ha dichiarato il primo ministro macedone Dimitar Kovačevski. La delusione dei leader balcanici si toccava con mano durante la conferenza stampa del primo ministro macedone, del primo ministro albanese e del presidente serbo. (Euronews Italiano)

E allora nei Balcani occidentali, “offesi” dai continui ritardi nel processo d’allargamento Ue, scatta la rabbia, mista a profonda frustrazione e al disinganno, dopo più bastoni che carote. Sì a Ucraina, ma ancora niente passi avanti significativi per Bosnia-Erzegovina, Macedonia del Nord, Albania, mentre stentano sempre Serbia e Montenegro. (Il Piccolo)

«È una brutta pagina», ha tagliato corto l’alto rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell. «La proposta francese in questa forma è inaccettabile per noi», ha però tuonato il premier macedone, Dimitar Kovacevski, in conferenza stampa. (Gazzetta del Sud)