La doppia verità del diritto

Corriere del Mezzogiorno INTERNO

Ecco, se il bisogno legittimo e condivisibile di «verità e giustizia» è preminente ci sono mille altri modi, che sono ben noti e praticati, per soddisfarlo in modo chiaro, preciso, inequivocabile.

Valga per lui, come per chiunque altro, lo stato di diritto, uno stato che sia giusto sempre e soprattutto se, malauguratamente, dovesse punire un suo rappresentante

Dovrebbe essere una verità accettata da tutti ma sono in tanti, specie nel suo territorio, a sostenere ancora che ha fatto del bene. (Corriere del Mezzogiorno)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Diverse pattuglie di carabinieri, infatti, hanno evitato l'ingresso di curiosi e giornalisti al cimitero, mentre altri uomini dell'Arma erano dislocati davanti al municipio e sulla strada che porta al Castello Mediceo, conosciuto anche come "castello di Cutolo" dopo che il boss lo acquistò e ne fece il suo covo negli anni bui della storia criminale del vesuviano. (La Stampa)

C'era il timore fondato, dopo le migliaia di messaggi di cordoglio e di rispetto disseminati nei social, che in paese si potessero replicare celebrazioni del personaggio 21 febbraio 2021 - Raffaele Cutolo, il boss della Nuova Camorra Organizzata morto mercoledi' scorso a Parma, dove era detenuto, avrebbe dovuto ricevere la benedizione in una cerimonia funebre al cimitero di Ottaviano, ma la salma e' stata tumulata nella tarda serata di ieri, poco dopo l'arrivo intorno alle 23,15. (IL GIORNO)

La salma è arrivata da Parma al cimitero di Ottaviano ieri sera, poco dopo le 23, accolta dalla moglie Immacolata Iacone e dalla figlia Denyse. L'ingresso del cimitero era presidiato dalle forze dell'ordine (Adnkronos)

Milano, 22 feb. (LaPresse)

Mi diceva Raffaele “la vera mafia è nel palazzo dei politici”. «Cutolo mi ha raccontato la storia commovente di un gatto che viveva nella sua cella, dove Raffaele aveva un coltello. (Il Messaggero)

Barra, sanguinario killer di camorra, aveva tra l’altro ucciso con 40 coltellate il gangster milanese Francis Turatello nel cortile del penitenziario. Sui manifesti funebri come soprannome accanto al suo nome fu scritto ‘o studente’, forse per la vicinanza di Barra con Cutolo, ‘o professore’ (L'HuffPost)