"Quattro ore al giorno al cellulare per 15 anni: così ho rovinato la mia vita"

E l'Oms mette in guardia: chi usa il telefono per mezz'ora al giorno per 8 anni corre molti più rischi di sviluppare alcune patologie.

"L'ho usato per lavoro per almeno 4 ore al giorno per 15 anni.

Lo stesso vale per il wi-fi, che tra l'altro tiene il cellulare in perenne collegamento, non solo durante le telefonate.

Da quando si è ammalato porta la sua esperienza di vita in giro per le scuole, parla con la gente. (La Repubblica)

Ne parlano anche altri giornali

La Corte d’Appello di Torino ha confermato la sentenza di primo grado del Tribunale di Ivrea, emessa nel 2017, secondo cui l’uso prolungato del telefono cellulare può causare tumori alla testa. Il giudice del lavoro del Tribunale di Ivrea aveva riconosciuto che il tumore contratto dall'uomo, benigno ma invalidante, è stato causato dall'uso scorretto del telefono cellulare. (HDblog)

La selezione del meglio del giornalismo di Repubblica. (La Repubblica)

Uso cellulare può causare tumore, sentenza della Corte d'Appello. 14 gennaio 2020, ore 21:00. A Torino confermata pronuncia Ivrea del 2017, si riapre il dibattito. L'uso prolungato del telefono cellulare può causare tumori alla testa. (RTL 102.5)

Nel 2018 era stato condotto uno studio da parte di 11 scienziati indipendenti in cui si sosteneva il contrario. Secondo le conclusioni del lavoro “in base alle evidenze epidemiologiche attuali, l’uso del cellulare non risulta associato all’incidenza di neoplasie nelle aree più esposte alle radiofrequenza durante le chiamate vocali”. (L'HuffPost)

Niente cellulare sotto il cuscino, non se ne comprende il vantaggio una volta per tutte i dubbi. «I consulenti tecnici del tribunale evidentemente hanno fatto riferimento ai pochi studi che dimostrano l’esistenza di rischi legati all’uso dei telefonini. (Corriere della Sera)

Secondo la Corte “esiste una legge scientifica di copertura che supporta l’affermazione del nesso causale secondo i criteri probabilistici ‘più probabile che non'”. La sentenza della Corte d’Appello di Torino condanna l’Inail a corrispondere una rendita vitalizia da malattia professionale a un dipendente di Telecom Italia, Roberto Romeo, affetto da neurinoma del nervo acustico. (next)