Un’assemblea unica per superare il bicameralismo

La Stampa INTERNO

Caro direttore, il taglio del 40% dei seggi della Camera e del Senato confermato dal referendum popolare dello scorso settembre ha generato conseguenze in contrasto con diverse previsioni costituzionali - tra queste l’alterazione del collegio dei grandi elettori (parlamentari e regionali) del presidente della Repubblica.

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I partiti, infatti, sono ben lungi dal prendere in mano lo scottante dossier della legge elettorale "La norma – spiega, in punto di diritto, il deputato e costituzionalista dem Stefano Ceccanti – provoca, con qualsiasi legge elettorale si voti, una discrasia nei risultati del voto. (Tiscali Notizie)

Via libera, il terzo, alla riforma costituzionale che estende ai diciottenni il diritto di voto per il Senato, per cui al momento è necessario aver compiuto 25 anni. Con 405 voti a favore, 5 contrari e 6 astenuti il testo è passato alla Camera: ora dovrà essere esaminato per le quarta e definitiva lettura proprio dall'Assemblea di Palazzo Madama. (Fanpage.it)

Nel decreto legge è “entrato” anche il Dl proroga termini. Il testo passa ora all’esame del Senato (scade il 21 giugno). (Il Sole 24 ORE)

Voto ai 18enni per i senatori, la riforma passa anche a Palazzo Madama. Attualmente, infatti, all'elezione dei senatori possono partecipare solo i cittadini dai 25 anni in su. (la Repubblica)

Questo pomeriggio, infatti, la Camera dei deputati ha approvato per la terza volta la riforma costituzionale con la quale abbassare da 25 a 18 l’età dei votanti per eleggere i senatori, esattamente come già avviene alla Camera. (Il Fatto Quotidiano)

Perché dovrebbe essere questo Parlamento, così eterogeneo e litigioso, a fondere Camera e Senato? «Primo: un Senato di soli 200 membri non potrebbe garantire la rappresentanza di piccole regioni e province autonome per non dire delle minoranze politiche». (Corriere della Sera)