Voto 18enni in Senato approvato alla Camera: cosa cambia e da quando

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Il terzo via libera alla Camera dei deputati conferma l’intenzione del Parlamento di abbassare l’età dell’elettorato attivo per i senatori.

In questo modo verrebbe parificata l’età per votare alle elezioni politiche: 18 anni sia per i membri della Camera dei deputati sia per il Senato della Repubblica.

All’approvazione definitiva del voto ai 18enni manca soltanto l’ultima e definitiva votazione del Senato, dato che le riforme costituzionali richiedono obbligatoriamente 4 passaggi

“La riforma consentirà di far partecipare al voto circa 4 milioni di giovani che oggi sono esclusi dall’elezione di una delle due Camere”. (Money.it)

Ne parlano anche altri media

Il testo passa ora all’esame del Senato (scade il 21 giugno). Tra le misure originariamente previste dal Dl proroga termini compare, in particolare, la proroga dal 30 giugno al 31 dicembre 2021 del regime temporaneo “golden power”. (Il Sole 24 ORE)

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Attualmente, infatti, all'elezione dei senatori possono partecipare solo i cittadini dai 25 anni in su. Secondo via libera dell'Aula della Camera alla proposta di legge costituzionale che abbassa l'elettorato attivo per il Senato della Repubblica a 18 anni. (la Repubblica)

«È arrivato il momento di un’unica assemblea parlamentare» assicura Claudio Martelli che ha lanciato questa proposta dalle colonne dell’Avanti, mensile che dirige. «Primo: un Senato di soli 200 membri non potrebbe garantire la rappresentanza di piccole regioni e province autonome per non dire delle minoranze politiche». (Corriere della Sera)

Con 405 voti a favore, 5 contrari e 6 astenuti il testo è passato alla Camera: ora dovrà essere esaminato per le quarta e definitiva lettura proprio dall'Assemblea di Palazzo Madama. "La riforma consentirà di far partecipare al voto circa 4 milioni di giovani che oggi sono esclusi dall'elezione di una delle due Camere rappresentative dei cittadini. (Fanpage.it)

Due riforme, però, per le quali non basta modificare i regolamenti parlamentari, ma serve seguire l’iter classico delle riforme istituzionali: doppia lettura in ognuna delle Camere e a maggioranza qualificata o, almeno, assoluta. (Tiscali Notizie)