Bibbiano, il caso pilota: «Ho chiesto scusa alla vera mamma della bimba»

Corriere della Sera INTERNO

Alla base c’è quel disegno fatto dalla bimba in cui si vede lei accanto al nuovo compagno della mamma.

E soprattutto troppi affidi: oltre cento nel 2016 in Val d’Enza, che conta 50 mila abitanti.

Sulle carte giudiziarie c’è scritto che i genitori-ragazzini della bimba si lasciarono dopo tre anni dalla nascita di lei.

Il disegno fatto dalla bimba È il «caso pilota» — per usare l’espressione del gip Luca Ramponi — dell’intera inchiesta sui falsi affidi. (Corriere della Sera)

Su altri giornali

Dal 2014 al 2019 è stata documentata un’escalation di allontanamenti nella Val D’Enza, con differenze, rispetto ad altri distretti vicini, dell’80%. Si è conclusa da poco l’indagine denominata Angeli e Demoni sul sistema degli affidi del Servizio Sociale della Val d’Enza. (UniversoMamma)

Capi di imputazione sostenuti peraltro da intercettazioni, chat, testimonianze, perizie calligrafiche (necessarie per dimostrare che i disegni dei bambini con i quali poi erano stati messi sotto accusa i genitori erano stati manomessi) e anche da ammissioni di colpa di una indagata che ha intrapreso la strada del patteggiamento della pena. (Elzeviro)

Ora il consulente della Procura contesta a Foti che gli abusi non erano certificati da una sentenza in giudicato. Da oggi, infatti, Foti torna a piede libero a seguito della scadenza della misura dell’obbligo di dimora a Pinerolo (Torino), disposta per lui dal Riesame dopo un periodo agli arresti domiciliari. (il Resto del Carlino)

Un trauma al quale, appunto, si sommerà il vero abuso subito successivamente dal ragazzino da parte di un coetaneo. Anghinolfi e le assistenti sociali indagate non esitano a far sottoporre ragazzine poco più che bambine a trattamenti sanitari invasivi, consistenti in visite ginecologiche, contro la loro volontà, per dimostrare gli abusi subiti. (Corriere della Sera)

La riprova “di ciò che di sadico e tremendo la bambina aveva vissuto in passato, ormai in parte dimenticato”. Storie dell’orrore raccontante ai piccoli per inculcare nella mente dei bimbi di aver subito abusi, in passato, da parte dei propri genitori. (ilGiornale.it)

Forse per via della forte risonanza mediatica che ha avuto il caso, ma io sono allucinata. Non so perché abbia voluto usare il nome di Tommaso e sarei curiosa di saperlo. (La Repubblica)