Morto Germano Nicolini, il «comandate Diavolo» della Resistenza e simbolo della riconciliazione

Corriere della Sera INTERNO

Germano Nicolini, conosciuto come Dièvel, il comandate Diavolo, apriva anche la sua casa di Correggio per raccontare ai giovani cos’era stata la Resistenza, i valori su cui si fonda la Repubblica, la convivenza civile e il rispetto.

Nicolini, ufficiale del 3° Reggimento Carri , fu fatto prigioniero l’8 settembre del 1943 dai tedeschi vicino Tivoli.

Partecipò a diversi scontri, venne ferito, riuscì a sottrarsi ancora una vota ai tedeschi (in quell’episodio che gli valse l’appellativo di «diavolo»). (Corriere della Sera)

Su altri giornali

– E’ morto il comandante Diavolo Germano Nicolini, uno dei protagonisti della Resistenza in Emilia. La storia di Germano Nicolini è stata ripresa più volte in ambito musicale. (ReggioSera.it)

Così Diavolo e altri due partigiani, Antonio Prodi, detto Negus, ed Ello Ferretti, Fanfulla, furono scagionati e infine assolti nel processo di revisione celebrato a Perugia.Lo scorso anno, in una lunga intervista all'Ansa, disse: "Perdonarli? Catturato a Roma dai tedeschi, fuggì dalla prigionia ed entrò nel battaglione Sap della brigata Fratelli Manfredi di cui diventò comandante. (La Repubblica)

Dopo la guerra fu accusato dell'omicidio di don Umberto Pessina e solo negli anni Novanta fu completamente scagionato dalla riapertura del processo. Nel Dopoguerra divenne sindaco di Correggio (Comune che aveva liberato) ma venne arrestato nel '47, accusato per l'omicidio di don Umberto Pessina e poi condannato a 22 anni. (Il Messaggero)

Ci ha lasciato a 101 anni (era nato a Fabbrico – Reggio Emilia – il 26 novembre 1919) Germano Nicolini ‘Diavolo’ comandante partigiano del terzo battaglione della 77esima Brigata Sap ‘Fratelli Manfredi’”. (Tuscia Web)

Aveva molto rispetto per Germano Nicolini, al contrario della corte». Le diverse anomalie che caratterizzarono il processo sono rintracciabili negli atti giudiziari, in gran parte pubblicati nel memoriale di Nicolini Nessuno vuole la verità. (Next Stop Reggio)

Per quasi mezzo secolo Nicolini grida la sua innocenza e chiede, inascoltato, che lo si aiuti per la revisione del processo. Tornato in Emilia si dà alla macchia ed organizza la Resistenza armata, diventando Comandante del 3° battaglione della Brigata "Fratelli Manfredi". (Adnkronos)