Il Covid può portare a sviluppare il diabete: lo studio italo-americano

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Il ruolo delle citochine e della sub-infiammazione nella genesi dell’insulino-resistenza nell’obesità e nel diabete di tipo 2 è una linea di ricerca già seguita dal dottor Giuseppe Daniele insieme al professore Franco Folli ed altri, in studi condotti a San Antonio, Texas, USA.

Per approfondire:. Pediatria: in Liguria raddoppiati i casi gravi di diabete di tipo 1 da inizio pandemia Covid. L’insulina compie 100 anni: oltre 70% pazienti diabetici riescono a stare in range trattamento. (emergency-live.com)

Se ne è parlato anche su altre testate

Diabete e infezione da Covid: uno studio conferma il rischio concreto di diventare diabetici come conseguenza a lungo termine del Covid-19. Diabete e infezione da Covid, uno studio ha dimostrato che le persone che hanno contratto l’infezione da Covid risultano più a rischio di sviluppare diabete e prediabete. (Informazione Oggi)

Il diabete, si sa, è una delle patologie che possono causare una forma grave di Covid. Leggi anche > Covid, Pregliasco: «La variante Delta è tra noi, ma i numeri sono sottostimati». Per long Covid si definiscono le conseguenze a lungo termine, più o meno gravi, dell'infezione da SARS-CoV-2. (leggo.it)

Lo studio, che ha rivelato come si sviluppa il diabete correlato al Covid 19, dimostra per la prima volta che l’infezione virale può indurre insulino-resistenza e quindi deteriorare la normale funzionalità β-cellulare, alterazioni che possono portare ad iperglicemia persistente di varia gravità anche dopo la guarigione. (gonews)

Uno studio degli ospedali Sacco, San Paolo e delle Università di Milano e Pisa dimostra una correlazione tra l’infezione da coronavirus e il rischio di sviluppo di insulino-resistenza, anche una volta guariti. (La Stampa)

Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday. Il diabete e il prediabete possono essere alcune delle conseguenze a lungo termine del Covid 19. (PisaToday)

In particolare per l’Università di Pisa ha partecipato il dottor Giuseppe Daniele, ricercatore presso il Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale. (Dire)