Rave, nuova retromarcia del governo: la stretta solo su chi organizza, “salvi” i partecipanti

Il Fatto Quotidiano INTERNO

Un emendamento del ministero della Giustizia mette una pezza su un decreto a maglie troppo ampie, che spaccava la maggioranza. Il nuovo reato, con pena di 6 anni e intercettazioni, resterà solo per gli organizzatori e sarà circoscritto ai “raduni musicali” e all'uso di droga. Salta anche il vincolo sul numero delle persone presenti (Il Fatto Quotidiano)

Ne parlano anche altre fonti

Con due corposi emendamenti alla legge di conversione del cosiddetto "decreto-rave", il Guardasigilli disinnesca due bombe che rischiavano di esplodergli sotto i piedi. Da un lato evita che il nuovo reato di "raduno pericoloso" possa finire per punire col carcere qualsiasi tipo di manifestazione non autorizzata (e rende non punibili i partecipanti). (Il Fatto Quotidiano)

È arrivato l’emendamento del governo Meloni al decreto Rave, che riscrive il testo e fa “decadere” gli emendamenti presentati in commissione Giustizia al Senato. Cambia il numero dell’articolo del Codice penale, che da 434 bis diventa il 633 bis. (Open)

L'emendamento limita il reato a "chiunque organizza e promuove l'invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici e privati, al fine di realizzare un raduno musicale o avente altro scopo di intrattenimento" quando "dall'invasione deriva un concreto pericolo" per la salute o l'incolumità pubblica a causa dell'inosservanza delle norme su droga, sicurezza e igiene. (L'HuffPost)

Decreto Rave, pronto l’emendamento del governo. Solo per eventi musicali, ma restano la pena da 3 a 6 anni e le intercettazioni di Liana Milella (la Repubblica)

Detto, fatto. Dopo le polemiche, in parte interne alla stessa maggioranza, cambia la norma anti-rave del governo, con un emendamento dell'esecutivo che ne riscrive il testo e modifica non più l'articolo 434 ma il 633, che acquista un bis. (ilGiornale.it)

“Possiamo fare una certa autocritica per gli ultimi provvedimenti ma nessuno è perfetto e si può sempre rimediare come stiamo facendo adesso con gli emendamenti che lo stesso governo ha proposto”. Peccato che non si tratti di uno degli ultimi provvedimenti, ma del primo provvedimento del governo Meloni su una presunta emergenza, tanto da intervenire per decreto d’urgenza. (Il Fatto Quotidiano)