Maia Sandu è il nuovo presidente della Moldova. Ecco le altre donne al potere, tra gestione del Covid e rischio di guerra civile

Il Messaggero ESTERI

In Europa la cancelliera tedesca Angela Merkel detiene il primato di leader politico donna più longevo del mondo, al potere dal 2005.

E’ il caso dell’Etiopia, sull’orlo della guerra civile nella regione del Tigray, il cui capo di Stato è Sahle-Work Zewde.

Il sogno americano adesso è giovane e donna. Biden presidente Usa, impronta femminile dietro al trionfo.

La Moldova ha un nuovo presidente: ieri Maia Sandu ha vinto il secondo turno delle presidenziali, battendo il presidente uscente Igor Dodon. (Il Messaggero)

La notizia riportata su altre testate

Per questo, Maia Sandu si è promessa di rimettere in piedi il proprio paese e dargli tutto ciò di cui ha bisogno. La prima presidente donna della Moldavia ha sconfitto al ballottaggio il suo avversario Igor Dodon con il ben 57% delle preferenze. (Bigodino.it)

L’affluenza al voto del 52,78% è stata di molto superiore a quella del primo turno (di cui abbiamo parlato qui). Con il 57,75% dei voti, la candidata filo-europea Maia Sandu ha sconfitto il presidente uscente Igor Dodon al secondo turno di elezioni presidenziali. (East Journal)

Molti suoi abitanti, però, hanno mantenuto la cittadinanza moldava e, vista l’influenza della Russia, potrebbero votare in sostegno di Dodon. Se eletta, Sandu proseguirebbe il percorso verso l’Unione europea intrapreso dalla Moldova negli ultimi anni: del 2014 è l’accordo di liberalizzazione dei visti mentre del 2016 è quello di associazione con Bruxelles. (Il Messaggero)

Nella giornata di ieri in Moldavia si sono tenute le votazioni per il secondo turno delle elezioni del capo dello stato. Si è fermato invece al 42,25% il capo di stato uscente Igor Dodon. (Sputnik Italia)

Lo sfidante filo-russo Igor Dodon denuncia brogli - LaPresse /CorriereTv. (LaPresse) Maia Sandu, 48 anni, ha vinto le elezioni presidenziali in Moldavia. (Corriere TV)

La probabile vittoria di Sandu, che ha 48 anni, in questa ex repubblica sovietica rischia di creare nuovi grattacapi a Mosca, già alle prese con movimenti di protesta in altri Paesi sotto la sua sfera d’influenza, come la Bielorussia e il Kirghizistan, dopo aver dovuto rinunciare ai suoi legami con l’Ucraina dal 2014. (Gazzetta di Parma)