Mafia, verdetto ribaltato Sei anni all’ex senatore D’Alì

QUOTIDIANO NAZIONALE INTERNO

Per i pm avrebbe "mostrato di agire nell’interesse dei capi storici come Matteo Messina Denaro e Salvatore Riina".

Colpo di scena nel processo all’ex senatore di FI e sottosegretario all’Interno fino al 2006, Antonio D’Alì 69 anni, imputato di concorso esterno in associazione mafiosa.

In particolare avrebbe svolto un ruolo fondamentale nella gestione degli appalti pubblici e per l’America’s cup che si svolse a Trapani

Dopo due assoluzioni la corte d’appello di Palermo lo ha condannato a 6 anni. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Se ne è parlato anche su altre testate

Nella lista dei presunti falsi testi anche il pentito Giovanni Ingrasciotta e il prefetto Carlo Mosca deceduto però di recente. L'odierna condanna a sei anni dà quindi ragione all'accusa: «D'Alì con piena coscienza e volontà ha favorito Cosa nostra per più di 20 anni». (La Stampa)

La corte d’Appello di Palermo ha condannato a sei anni di reclusione Antonio D’Ali, ex senatore di Forza Italia ed ex sottosegretario agli Interni. Dei presunti collegamenti di D’Alì con le cosche hanno parlato vari pentiti tra cui Antonino Giuffrè, Antonio Sinacori, Francesco Campanella e da ultimo don Ninni Treppiedi e Antonino Birrittella, ritenuti attendibili dai giudici d’appello (BlogSicilia.it)

Antonio D’Alì, ex senatore di Forza Italia e sottosegretario all’Interno è stato condannato a 6 anni dai giudici della corte d’appello di Palermo. A settembre del 2016 era stato assolto l’ex politico per le contestazioni successive al 1994 e ha dichiarato prescritti i reati a lui contestati nel periodo antecedente a quella data (EcodiSicilia)

Video: Mafia, l'arrivo dell'emissario del clan Gambino: "E' venuto appositamente dall'America" (RepubblicaTV). (Notizie - MSN Italia)

La Procura generale aveva chiesto una condanna a 7 anni e 4 mesi. D'Alì è accusato di avere "contribuito al sostegno e al rafforzamento di Cosa nostra, mettendo a disposizione dei boss le proprie risorse economiche, e, successivamente, il proprio ruolo istituzionale di senatore della Repubblica e di sottosegretario di Stato" (Adnkronos)

Nelle prime due sentenze dopo quella data, i rapporti tra Cosa nostra e l'allora senatore non erano stati ritenuti provati. (Nuovo Sud)