Pensioni, ecco le uscite di sicurezza

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Citiamo a questo proposito la pensione anticipata e quella per i precoci: entrambe prevedono l'accesso alla pensione anche prima dei 60 anni di età.

Discorso a parte merita la condizione di chi ha svolto lavori cosiddetti "usuranti": in tal caso sono necessari almeno 61 anni e 7 mesi.

In vista di una probabile stretta sulle pensioni, è bene sapere che non c'è solo il requisito anagrafico per ottenere il meritato assegno pensionistico. (ilGiornale.it)

Se ne è parlato anche su altri giornali

“Dal mese di febbraio - scrive l’ente previdenziale - sarà ripristinato il pagamento dell’importo corretto e verrà restituito quanto recuperato sulla mensilità di gennaio 2020″. La restituzione avverrà "probabilmente" nei mesi di marzo o aprile 2020 e i pensionati non dovranno presentare alcuna richiesta specifica all’Inps. (La Sicilia)

La conseguenza è stata il taglio del conguaglio atteso per gli assegni di gennaio 2020 che dovevano contenere l’aumento previsto dell’anno 2019. Il che vuol dire che i pensionati che hanno ricevuto l’ammanco sul cedolino nel mese di gennaio, con il mese di febbraio riceveranno la pensione più la differenza che non è stata elargita a gennaio. (Notizie Ora)

Per questo motivo l’assegno di gennaio 2020 è arrivato più basso e per questo più di 100 mila pensionati hanno ricevuto un assegno previdenziale meno corposo dei mesi precedenti. L’INPS ha commesso un errore per il quale ad alcuni anziani è arrivata una pensione più bassa a gennaio. (Inews24)

Gli errori, sostiene, sono sempre dietro l’angolo, e possono riguardare le quantità di denaro così come i diritti. Si tratterebbe di una diminuzione che varia dai 60 ai 300 euro, ma che non coinvolge tutti i pensionati. (Thesocialpost.it)

Individuato anche il motivo dell’errore nell’erogazione delle pensioni di gennaio 2020. Nel dettaglio, le pensioni che hanno subito la decurtazione dovuta all’errore, sono quelle comprese tra i 1.500 e i 2.000 euro approssimativamente. (idealista.it/news)

Nel 2020, ma è già previsto fino al 2022 incluso, il requisito per la vecchiaia non cambierà. Una platea che potrebbe cogliere l’occasione e quindi smettere di lavorare in media 4-5 anni prima dei 67 anni di età. (next)