Migranti, voto su Salvini il 20. Casellati decisiva, ira Pd-M5S

ROMA on line INTERNO

Accuse rimandate subito al mittente dalla stessa Casellati, che ha sottolineato di aver agito per garantire la funzionalità di un organo del Senato.

Alla fine l'intervento della Casellati sblocca l'impasse e si arriva così all'appuntamento di lunedì prossimo, con il voto che dovrebbe aprire al via libera del Senato al processo a Salvini, voto in Aula che potrebbe arrivare entro metà febbraio.

A sbloccare lo stallo la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, che ha deciso di votare in Giunta del regolamento, dando il voto decisivo per 'confermare' la data del 20.

Richiesta fatta propria dalla stesso Matteo Salvini, che ha sfidato più volte Pd e Cinque Stelle a mandarlo a processo subito, mettendoci la faccia. (ROMA on line)

Ne parlano anche altre fonti

"Noi questo dubbio lo abbiamo sollevato in passato con molta forza e oggi abbiamo avuto la certificazione. La consideriamo una situazione gravissima per il Paese. (LaPresse)

Il braccio di ferro tra maggioranza e opposizioni era andato avanti per tutto il giorno. Lega, FdI e FI hanno chiesto l’intervento della Giunta, forti dei numeri in loro favore dato il mancato riequilibrio dell’organo di garanzia dopo il cambio di maggioranza, dal Conte 1 al Conte 2: sei i rappresentanti del centrodestra, quattro quelli di Pd e M5S. (Firenze Post)

Polemiche nella maggioranza per la decisione della presidente che però “respinge ogni messa in discussione della propria terzietà”. L’ha deciso la Giunta per il regolamento, approvando l’ordine del giorno del centrodestra per un verdetto il 20, nonostante scadano oggi i giorni perentori. (L'agone)

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Alla votazione ha partecipato anche la presidente del Senato Casellati, votando a favore. Nella Giunta, reintegrata di due senatori di maggioranza, le due parti sono 6 a 6, tranne la presidente. (Kongnews)

"La presidente ha gettato la maschera, ha fatto un colpo di mano. "Da oggi è certificato, dai suoi atteggiamenti e dalla sua volontà di esprimersi che la presidente del Senato non è più super partes e ha deciso di entrare, per motivi suoi che riteniamo non sufficienti, di scendere pesantemente nell'agone politico diventando un presidente Senato di parte". (La Gazzetta del Mezzogiorno)