Nato, scintille tra Trump e Macron: resta nodo Erdogan. Occhi su Cina e Russia

LaPresse ESTERI

Nella serata di martedì, lo stesso Macron insieme ad Angela Merkel e Boris Johnson ha avuto un incontro "utile" di quasi un'ora con il presidente turco senza però che siano state sollevate "tutte le ambiguità".

Nato, scintille tra Trump e Macron: resta nodo Erdogan.

In cima all'agenda: l'ascesa della Cina e la militarizzazione dello spazio, oltre alle difficili relazioni con la Russia.

Sull'altro versante resta la Cina, di cui la Nato riconoscerà formalmente per la prima volta le "sfide". (LaPresse)

Su altre fonti

Facendo tornare così il ragionamento, come in un gioco dell’oca, al punto di partenza che riguarda Nato e post conflitto siriano. Pochi giorni fa Erdogan e l’emiro Sheikh Tamim bin Hamad Al Thani del Qatar si sono incontrati personalmente proprio per questo. (Formiche.net)

Infatti, se i tassi fossero ridotti ulteriormente, non è escluso il rischio di una nuova crisi monetaria. Secondo il Fondo monetario internazionale, la Turchia dovrebbe invece mantenere tassi di interesse elevati finché la riduzione dell’inflazione non sarà stabile e duratura. (ISPIonline)

A poche ore dal meeting sui 70 anni della Nato, Macron ha confermato le sue parole, a cui segue una dichiarazione del Presidente turco Erdogan. Putin ha affermato che l’allargamento del Patto Atlantico è un problema per la Russia, ma che spera nel comune interesse per la sicurezza comune. (Eastwest)

Si tratta di una strategia che sta creando numerose tensioni a livello diplomatico, nelle forze politiche dei vari paesi e all’interno delle comunità della diaspora che si trovano spesso divise. Non mi fiderei a tornare in Turchia, neanche se Erdoğan dovesse cadere. (Osservatorio Balcani e Caucaso)

Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan prima di partire per il vertice Nato di Londra. (La Nuova Sardegna)

Secondo Zehra Dogan nessun artista può volgere le spalle alla società, ma anzi, un pittore deve usare il suo pennello come arma contro gli oppressori. L’8 marzo 2012 quando Zehra Dogan è poco più che ventenne fonda un’agenzia di stampa di sole donne: Jinha news, che viene chiusa dalle autorità turche nell’ottobre 2016. (Il Progresso Magazine)