La denuncia del capo della Chiesa greco-ortodossa ucraina: «Oltre un milione di ucraini deportati in campi di concentramento in Russia» – Il video

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Al termine del video, monsignor Shevchuk ha poi lanciato una denuncia su quel che accade agli ucraini dopo essere evacuati in Russia: «Oggi loro si trovano nei cosiddetti campi di filtrazione, ma in realtà si tratta dei campi di concentramento siti sul territorio russo.

Da lì, dopo interrogatori e torture, vengono trasferiti nelle vaste distese dell’Est della Russia».

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Il capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, riflettendo sul tema dell’«accoglienza dello straniero», ha invitato tutti i fedeli a «rivolgere una preghiera per oltre un milione di ucraini espulsi con la forza dai russi dalla loro patria». (Open)

Ne parlano anche altre testate

- ROMA, 14 MAG - "In una fossa comune recentemente hanno scoperto quasi 500 persone con le mani legate e con una pallottola nella testa. Lo rende noto il Segretariato dell'arcivescovo maggiore, con sede a Roma. (Gazzetta di Parma)

“La portata delle uccisioni illegali, compresi gli indizi di esecuzioni sommarie nelle aree a nord di Kiev, è scioccante. Shevchuk ha definito i 78 giorni di guerra in Ucraina , come “78 giorni di lacrime, di fiumi di sangue che scorrono sul terreno ucraino”. (Secolo d'Italia)

Al contrario i russi, dopo essere stati costretti a ripiegare da Kharkiv, sono concentrati più che mai per ottenere il completo controllo del Donbass, ma le forze di difesa resistono e li rallentano. Nel frattempo sono in corso trattative per l’evacuazione di almeno 60 persone, i feriti più gravi ed i medici (Giornale di Sicilia)

A rivelarlo sono stati i servizi di Kiev, secondo cui il protagonista di questa vicenda si chiama Konstantin Solovyov, un soldato russo appartenente all’11esimo corpo di armata dell’esercito di Mosca. La conversazione degli orrori. (InsideOver)

Anche se sembra inaccettabile, una fossa comune in sé non è un crimine di guerra. È un crimine il modo in cui le vittime vengono eliminate, come gli ucraini trovati con le mani legate e giustiziati con un colpo alla nuca. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Ci stiamo abituando alla guerra in Ucraina, ormai una dicitura, una didascalia che cristallizza la distanza. L’estate è vicina e la stanchezza degli ultimi due orribili anni, segnati prima dal Covid e poi dal conflitto scatenato da Mosca, è tanta (LaC news24)