Ministero della Salute: estendere richiamo di Pfizer e Moderna a 42 giorni

Brescia Oggi INTERNO

Le trombosi rare risultano infatti essersi verificate solo dopo la prima dose

E' destinato ad allungarsi l'intervallo del richiamo per i vaccini Pfizer e Moderna, attualmente più breve rispetto ad AstraZeneca (21 e 28 giorni contro i tre mesi).

Dà anche il via libera al richiamo con AstraZeneca per chi ha già ricevuto la prima dose del vaccino e non ha sviluppato eventi avversi.

Sulla scorta di ciò, il Cts raccomanda un prolungamento nella somministrazione della seconda dose. (Brescia Oggi)

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Sulla scorta di questa considerazione, pur a fronte di studi registrativi che indicano come l'intervallo tra la prima e la seconda dose dei vaccini a Rna (Pfizer/BioNtech e Moderna) sia di 21 e 28 giorni rispettivamente, è raccomandabile un prolungamento nella somministrazione della seconda dose nella sesta settimana dalla prima dose" Il 'bugiardino' dei due vaccini prevede intervalli di 3 e 4 settimane tra le somministrazioni. (Adnkronos)

Negli hub vaccinali di Catania e Giarre si andrà avanti ad oltranza dalle 8 del mattino alle 20 di sera. “Testare e tracciare – ricorda Pino Liberti – sono strumenti assai efficaci per contrastare la diffusione del contagio. (CataniaToday)

Intanto, di concerto con la Regione, anche i canali messi a disposizione da Poste Italiane si preparano a ricevere le richieste di prenotazione da parte del nuovo target di cittadini over 50 che saranno aperte dalle 20 di domani. (CataniaToday)

«Sulla scorta di questa considerazione, pur a fronte di studi registrativi che indicano come l’intervallo tra la prima e la seconda dose dei vaccini a Rna (Pfizer/BioNtech e Moderna) sia di 21 e 28 giorni rispettivamente, è raccomandabile un prolungamento nella somministrazione». (Giornale di Sicilia)

Cambiano ancora le raccomandazioni del Cts, il Comitato tecnico scientifico, sull’uso dei vaccini anti-Covid. (Il Riformista)

Una decisione che crea un importante precedente anche per gli altri Paesi del mondo ancora alle prese con l’immunizzazione delle fasce considerate più fragili, ma che in futuro puntano a una vaccinazione di massa che limiti al minimo il ritorno di una nuova ondata di coronavirus. (Il Fatto Quotidiano)