Salute, Coldiretti: Ecco la blacklist dei cibi più pericolosi

TgVerona ESTERI

Un’emergenza quindi che – sottolinea la Coldiretti – non riguarda solo i Paesi in via di sviluppo ma che, per effetto della globalizzazione degli scambi e della competizione al ribasso sui prezzi, si estende anche a quelli più ricchi.

In generale in testa alla classifica dei Paesi dai quali giungono i cibi più contaminati ci sono l’India, responsabile del 12% degli allarmi alimentari scattati in Europa, la Turchia con il 10% e la Polonia (10%) ma preoccupazioni - continua la Coldiretti - arrivano anche dalla Francia (6%), dall’Olanda (6%) e dalla Cina (6%). (TgVerona)

Ne parlano anche altre fonti

Dall’olio extravergine d’oliva al Parmigiano Reggiano, dal Prosciutto di Parma al Raschera: sono solo alcuni dei prodotti di qualità del Made in Italy a tavola bocciati senza appello dall’etichetta a colori che sta avanzando in Europa, dal Nutriscore francese a quella a semaforo inglese. (LaVoceDiAlba.it)

Un’emergenza quindi che – sottolinea la Coldiretti – non riguarda solo i Paesi in via di sviluppo ma che, per effetto della globalizzazione degli scambi e della competizione al ribasso sui prezzi, si estende anche a quelli più ricchi. (picenotime)

Non sorprende dunque che l’87% degli italiani voglia il divieto di ingresso nei mercati nazionali dei prodotti provenienti da paesi privi di regole sociali, di sicurezza e sanitarie analoghe a quelle italiane e della Ue, secondo l’analisi Coldiretti/Censis. (ilMetropolitano.it)

E’ la proposta di Coldiretti Nuoro Ogliastra accolta dai consiglieri regionali e dai parlamentari presenti ieri a Nuoro durante l’incontro che si è tenuto nella Camera di Commercio. Big data e tecnologia per programmare il futuro dell’agricoltura. (Sardegna Reporter)

Ma la situazione si ripercuote a cascata sull’intero sistema agroalimentare con oltre un milione di chili di vino e cibi invenduti nell’anno della pandemia Si tratta di prodotti, soprattutto formaggi e salumi, che sono il frutto del lavoro di generazioni la cui ricetta non può essere cambiata. (WineNews)

Si tratta di etichette a colori che, sottolinea la Coldiretti, si concentrano esclusivamente su un numero molto limitato di sostanze nutritive (ad esempio zucchero, grassi e sale) e sull’assunzione di energia, senza tenere conto delle porzioni. (Fruitbook Magazine)