Sondaggi politici e intenzioni di voto: La Lega sorride al 33,8 e il buon risultato di Azione di Calenda

Notizie Ora INTERNO

Interessante invece il buon risultato di Azione, il nuovo partito di Carlo Calenda, che nella sua prima rivelazione tocca il 3,3 per cento.

Quasi stabile la formazione di Giorgia Meloni che con Fratelli d’Italia tocca il 10 per cento perdendo, dalla settimana scorsa, lo 0,1.

Scende anche Italia Viva, il partito politico fondato da Matteo Renzi che dopo aver agguantato quasi il 6 per cento, cala al 4,9 per cento. (Notizie Ora)

Su altri giornali

La fiducia nei leader. Per quanto riguarda la fiducia nei leader è quasi un pareggio tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Il Movimento 5 Stelle perde lo 0,1 e si allontana sempre di più dalla soglia del 20%, attestandosi al 15,8%. (Open)

Il leader della Lega con il 23% è in vantaggio di un punto su Meloni, seconda al 22%. Dai dati raccolti dall’istituto emerge che la Lega è ancora il partito preferito dalla maggioranza relativa degli italiani. (Silenzi e Falsità)

Il partito guidato da Silvio Berlusconi è ora al 5,1%. Secondo le rilevazioni dell’istituto, la Lega rimane il partito preferito dalla maggioranza relativa degli italiani con il 33,8% dei consensi. (Silenzi e Falsità)

La Lega di Matteo Salvini torna a crescere dopo una battuta di arresto della scorsa settimana e si attesta al 33,8% dal 33,1%. Scendono tutti i partiti di governo: il Pd cala al 17,7% dal 18,1%, il Movimento 5 stelle scende al 15,5% dal 16,5%, Italia Viva cala al 4,9% dal 5,5%. (L'HuffPost)

Cresce così il fronte sovranista, con la Lega che rimane prima forza politica al 31,2%, seppur perdendo lo 0,3%. Il sondaggio Ixé del 3 dicembre 2019. Largamente staccato in seconda posizione c’è ancora il Partito democratico, in risalita dello 0,3% e ora al 20,7%. (Open)

Sondaggi politici: crollo dei 5 Stelle. Non sembrerebbe arrestarsi quella spirale negativa dentro la quale parrebbe essere finito il Movimento 5 Stelle. Non sorride neanche Matteo Renzi, con la sua Italia Viva che farebbe registrare un brusco passo indietro ponendosi ben lontano da quella doppia cifra che secondo l’ex premier sarebbe una sorta di minimo sindacale per il suo nuovo partito. (Money.it)