L'Anpi ha distrutto il 25 aprile di tutti noi

L'Anpi ha distrutto il 25 aprile di tutti noi
Italia Oggi INTERNO

Lettera di Stefano Parisi, presidente di Setteottobre, a Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale Anpi Signor Presidente dell'Anpi, molti di noi trovano vergognoso che abbiate devastato il nostro 25 Aprile. La Festa della Liberazione è la festa di tutti gli italiani. È la festa della liberazione dal fascismo, dalle leggi razziali, dalla censura, dall'intolleranza e dalla violenza squadrista per la quale tanti eroici partigiani hanno perso la vita. (Italia Oggi)

Ne parlano anche altre fonti

A 79 anni dalla Liberazione, gli antifascisti italiani hanno portato in piazza la bandiera palestinese. (ilGiornale.it)

Tra posizioni antisioniste, referendum sul Jobs Act, attacchi alla Nato, rievocazione delle fogne, quello che è andato in scena ieri rappresenta il peggior campionario della sinistra italiana. (ilGiornale.it)

Uno dei mali della contemporaneità, dell'epoca dei social network e delle idee che si contano sui like, è il rifiuto della complessità: in un mondo in cui la soglia d'attenzione non supera i cinque secondi, non c'è più alcuno spazio per il ragionamento; quello che conta è lo slogan. (Primocanale)

Questo 25 aprile non è una Liberazione ma una prigione

Il mio intento era di rendere omaggio a quanti avevano contribuito, quasi ottant'anni fa, a riportare libertà e sovranità sul territorio italiano occupato dai tedeschi e a rischio di occupazione slava al confine orientale. (La Pressa)

Ieri in tutta Italia è andato in scena il Coachella dei ProPalestina, dei movimenti transfemministi, dei movimenti per il clima, dei maranza in Duomo, di quelli che urlano al megafono l’augurio che qualcuna venga stuprata «come il 7 ottobre», degli intellettuali col monologo, di quelli con la campagna elettorale personale da portare avanti, di quelli che «bellissima piazza» quando dall’altro lato della strada urlavano «assassini». (La Stampa)

Il brillante risultato è stato ottenuto con un sistematico lavoro di demolizione del (fu) messaggio comune, con l’espulsione dell’avversario dal momento simbolico. Gli intellettuali, sono loro i responsabili del delitto, l’uccisione della Giornata della Liberazione, hanno lasciato impronte digitali dappertutto. (Liberoquotidiano.it)