L'imprenditore che s’innamora di una ragazza sui social e vola in Costa d’Avorio: sequestrato

Today.it INTERNO

Era il 27 novembre scorso quando è partito, dicendo ai suoi familiari che sarebbe andato in Costa d'Avorio per collaborare coi volontari della comunità missionaria di Villaregia.

L’imprenditore veneto è stato portato in una stanza di albergo dove è stato per tre giorni.

Gli investigatori sospettano che Olivia Martens o chi si celi dietro quel nome, potrebbe aver adescato altri italiani facoltosi, su cui si stanno concentrando le indagini

Tutto è cominciato quando l’uomo aveva tessuto una “relazione” virtuale con una donna ivoriana, tale Olivia Martens, al punto da invaghirsi. (Today.it)

Ne parlano anche altre fonti

L'uomo, in realtà, voleva incontrare una ragazza locale conosciuta sui social, tale Olivia Martens. Simile copione per il 64enne Formenton. (ilGiornale.it)

La ricostruzione – L’uomo è partito il 27 novembre dicendo ai familiari che andava in Africa per aiutare dei missionari. Formenton non ha mai inviato del denaro alla donna, però avrebbe accettato di raggiungerla in Africa (il Fatto Nisseno)

In realtà, il 25 novembre, in Costa d’Avorio, l'imprenditore veneziano di Fossò di 64 anni, Claudio Formenton, è andato per rincorrere una bella ragazza locale, Olivia Martens. Ad ogni modo quando è arrivato in aeroporto è stato preso da un tassista locale, inviato lì probabilmente dalla presunta Olivia Martens (ilgazzettino.it)

Poi liberato dopo un blitz delle forze di polizia locali nel giro di un paio di giorni. Ufficialmente in Africa è andato per ragioni umanitarie. (ilmattino.it)

Indaga la Procura di Roma, secondo cui quando Formenton è arrivato in aeroporto nella capitale Abidjan è stato prelevato da un tassista locale, inviato lì probabilmente dalla presunta Olivia Martens, la ragazza di cui si era invaghito. (La Nuova Venezia)

Formenton, che è padre e nonno, aveva allacciato un legame in rete con una donna della Costa d’Avorio. Grazie alla tempestività delle indagini dei carabinieri, in contatto con i servizi speciali africani, è stato possibile individuare dove si trovava e liberarlo (Il Fatto Quotidiano)