Damien Hirst invade la Galleria Borghese con la mostra “Archaeology Now”

L’artista inglese Damien Hirst sfida gli iconici spazi della Galleria Borghese con una mostra che farà parlare a lungo di sé. È straordinaria la capacità della mostra “Archaeology Now” di Damien Hirst, ospitata all’interno dell’altrettanto celebre Galleria Borghese, di mantenere un perfetto equilibrio tra iconoclastia e rispetto nel rapportarsi con alcune tra le opere giustamente più famose della Storia dell’Arte. (CulturaMente)

Se ne è parlato anche su altre testate

Hirst ne prelevò alcuni per riconvertirli nelle sue opere Era mister Barnes che, compulsivamente e per sessant’anni, aveva accumulato ammassi di reperti dentro casa. (Il Manifesto)

Una mostra di Damien Hirst a cura di Anna Coliva e Mario Codognato, che presenta oltre 80 opere dalla serie Treasures from the Wreck of the Unbelievable. In mostra anche un gruppo di dipinti dalla serie di Hirst del 2016 intitolata Colour Space, che costituisce uno sviluppo degli Spot Paintings. (Lifestar.it)

Damien Hirst. All rights reserved DACS 2021/SIAE 2021Oltre l'ovvia distanza che li separa, Damien Hirst e il Cardinal Borghese sono, quella del collezionismo. (Arte.it)

Un'immagine della mostra "Damien Hirst Archaeology now". . Prada non smette di mostrare il suo supporto al mondo della cultura. On display, con la curatela di Anna Coliva e Mario Codognato, numerosi capolavori del poliedrico artista inglese Damien Hirst. (MF Fashion)

L'arrivo di Hirst, uno dei grandi sacerdoti del contemporaneo e del mercato, nello storico museo romano è già di per sé una combinazione che innesca una sensazione di elettricità. Però qualcosa dell'intensità contemporanea che aveva reso grande l'Hirst veneziano e rinnovato la sua lezione, oggi può apparire perduta, tanto da richiedere un'operazione di auto archeologia, come il titolo della mostra sembra esplicitamente confermare (Tiscali.it)

Un luogo che possiede una ricca e originale decorazione data da una varietà di materiali e colori: marmi, stucchi, mosaici. Colour Space vede l’infiltrazione, nelle parole di Hirst, di «elementi umani». (Vanity Fair Italia)