Robot asporta tumore maligno al rene su paziente sveglia

Corriere della Sera SALUTE

Protagonista una donna seguita nel reparto di Urologia universitaria dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino.

Le sue condizioni di salute erano estreme e nessuno voleva operarla, così alla fine lo ha fatto un robot, che le ha asportato un tumore maligno al rene da sveglia.

Un intervento, secondo i medici, che è una prima volta al mondo.

Nonostante i dubbi, i medici decidono allora di optare per un’operazione con il robot Da Vinci

Impossibile optare per la laparoscopia, che rischiava di ampliare l’estensione del tumore, così come la chirurgia tradizionale, che avrebbe esposto la donna a complicanze. (Corriere della Sera)

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La paziente, vigile, ha potuto seguire le varie fasi dell’intervento che si è svolto in 2 ore di tempo robotico Per la prima volta al mondo un robot chirurgico ha asportato un tumore maligno al rene su una paziente sveglia, presso l’Urologia universitaria dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino. (Cronaca Qui)

Per la prima volta al mondo un robot chirurgico ha asportato un tumore maligno al rene su una paziente sveglia, presso l’Urologia universitaria dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino. (Cronaca Qui)

Gobbi, con una tecnica innovativa, ha praticato un “blocco anestetico spinale toracico continuo”, rendendo così la paziente “insensibile” nella zona del rene. L’intervento rivestiva ora un carattere di urgenza sia per il rischio di diffusione del tumore sia per l’impossibilità ad asportare solo la massa salvando il rene se fosse cresciuto ancora. (Panorama della Sanità)

Una donna 62enne, dopo aver sconfitto molti anni prima un tumore grazie all’asportazione di un polmone, ora si trovava a convivere con una massa al rene che continuava a crescere e che non poteva essere asportata. (L'agone)

Presa dalla disperazione, la paziente si rivolge all’ospedale Molinette di Torino. Nel frattempo la massa renale era cresciuta in modo significativo negli ultimi mesi superando i 5 cm ed era molto profonda. (ObiettivoNews)

Il dottor Gobbi, con una tecnica innovativa, ha praticato un “blocco anestetico spinale toracico continuo”, rendendo così la paziente “insensibile” nella zona del rene. Presa dalla disperazione, la paziente si rivolge all’ospedale Molinette di Torino. (Quotidiano Piemontese)