Violenze in carcere, chiuse le indagini preliminari per 120 persone

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O ancora, sulla scale dove i carcerati subiscono le violenze degli agenti mentre cercano di salire.

A giugno le indagini preliminari avevano portato all’esecuzione di 52 misure cautelari personali.

Santa Maria Capua Vetere - Gli indagati hanno ora venti giorni di tempo per presentare memorie difensive. Condividi la notizia:. . . . . . Santa Maria Capua Vetere – Violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, la procura chiude le indagini preliminari nei confronti di 120 persone tra agenti e funzionari della polizia penitenziaria. (Tuscia Web)

Su altri media

Il dubbio riguarda la scelta adottata dalla Procura sammaritana di dare notizia della conclusione della fase preliminare dell’inchiesta con un comunicato stampa prima ancora che l’avviso fosse notificato a tutti gli indagati. (Il Riformista)

Ora sono state chiuse le indagini sulle violenze commesse il 6 aprile del 2020 nel carcere "Francesco Uccella" di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, dagli agenti di polizia penitenziaria della struttura e da altri contingenti dei reparti speciali della penitenziaria inviati da Napoli contro persone detenute che non avevano modo e possibilità di difendersi. (Today.it)

Il predecessore della Rotundo, Elisabetta Palmieri (non coinvolta nell’inchiesta sulle violenze dell’aprile 2020) venne rimossa dal Dap, alla fine dello scorso mese di luglio, perché avrebbe consentito l’ingresso del proprio compagno nella struttura penitenziaria, senza autorizzazione, e facendolo presenziare alla visita della senatrice Cinzia Leone, il 23 luglio scorso. (anteprima24.it)

Lo rende noto la stessa Procura. Le accuse vanno dal reato di tortura, lesioni, abuso d'autorità, falso in atto pubblico, calunnia, frode processuale, depistaggio, favoreggiamento e per alcuni anche cooperazione in omicidio colposo (Adnkronos)

Un’indagine che giovedì è stata chiusa dalla Procura nei confronti di 120 persone e presto approderà ad un processo. (CasertaNews)

Il nucleo familiare incurante del rispetto del vigente protocollo Covid, in caso di positività, che ricordiamo prevede l’obbligo di quarantena e un periodo di isolamento domiciliare, se ne va tranquillamente a spasso per le vie della città sostando anche nei bar locali per la colazione o addirittura facendosi consegnare il cibo a domicilio – Recarsi al bar a fare colazione o chiamare il bar per farsi consegnare la colazione a casa, sarebbe un’azione normale, magari da compiere anche nel quotidiano, per ognuno di noi. (CasertaCE)