Telefonata Putin-Draghi, il presidente russo: “Pronti a risolvere la crisi del grano se togliete le…

Il Fatto Quotidiano INTERNO

Guerra in Ucraina e conseguente crisi alimentare in atto a causa dello stop all’export del grano di Kiev.

Ma quando in conferenza stampa gli è stato chiesto se vede spiragli per una trattativa di pace ha detto: “La risposta è no”.

Chigi ha infatti precisato che “il colloquio si è incentrato sugli sviluppi della situazione in Ucraina e per trovare una soluzione condivisa alla crisi alimentare in atto e alle sue gravi ripercussioni”. (Il Fatto Quotidiano)

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Così il premier Mario Draghi ha risposto, in conferenza stampa, a chi gli domanda se abbia visto spiragli di un negoziato di pace nella telefonata con il presidente russo Vladimir Putin. Sul piano delle forniture di gas all’Italia, il premier ha specificato che Putin “ha detto che continuerà a fornire le forniture” ma “io non ho discusso” (Il Fatto Quotidiano)

“Sono molto onorato per questa conferma – ha dichiarato Casasco – e voglio ringraziare tutti i colleghi europei per la grande fiducia che hanno confermato nei miei confronti. Casasco guida la Federazione italiana e sta guidando quella europea dal novembre 2017. (Quotidiano di Ragusa)

Putin ha poi detto che il problema è che i porti sono minati” Fonte foto: ANSA Il presidente russo Vladimir Putin al telefono. Draghi: “Non ci sono spiragli di pace”. (Virgilio Notizie)

“Putin ha detto che continuerà a fornire il gas all’Italia. Poi a una domanda se avesse intravisto spiragli per la pace nel colloquio con il capo del Cremlino ha risposto seccamente: “No”. (Corriere TV)

Raccontando la telefonata, Draghi ha sottolineato: “Poi la conversazione si è sviluppata, ed è stata essenzialmente una conversazione del presidente Putin su temi più generali – ha spiegato – Ha parlato quasi esclusivamente lui” (Il Fatto Quotidiano)

«Cdm positivo, gli obiettivi di giugno saranno raggiunti». Draghi ha poi parlato dell’incontro in Cdm di oggi a Palazzo Chigi Sulla questione, Putin ha infatti risposto che «i porti sul Mar Nero sono bloccati, perché minati dagli ucraini». (La Stampa)