Enrico Cosentino, il ricordo del nipote Aran a due mesi dalla scomparsa

Enrico Cosentino, il ricordo del nipote Aran a due mesi dalla scomparsa
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A due mesi esatti dalla sua scomparsa il ricordo di Enrico Cosentino, colonnello da artiglieria di montagna e grande appassionato di arte, poesia e montagna, è ancora vivido e indelebile nelle persone che hanno avuto l’onore di conoscerlo. Soprattutto quello di Aran Cosentino, nipote per cui è stato molto più di un semplice nonno. Nato il 24 agosto 1935 a Caporetto, è cresciuto in una famiglia modesta ma felice. (Ultime notizie dall'Italia e dal mondo)

Su altri giornali

Ci avviciniamo alla data più bella dell’anno, il 25 aprile. La data nella quale le facce dei fascisti di ieri e di oggi si fanno più livide, le loro voci più stridule, il loro imbarazzo e fastidio sempre più evidenti. (Contropiano)

L’opera sistematica di rimozione e manipolazione della storia di questo Paese avvenuta negli ultimi trent’anni non tende solo a colpire l’importanza del 25 aprile e l’apporto delle formazioni partigiane alla liberazione dell’Italia dal Nazifascismo ma è stata utilizzata e viene utilizzata per colpire in maniera meticolosa quella carta costituzionale che rappresenta la principale eredità della resistenza. (Il Lametino)

Leggi tutta la notizia Come ogni anno, il 25 Aprile è un giorno divisivo. (Virgilio)

Il 25 Aprile è il Natale laico dei partigiani da cachet: festa perfetta per fare incassi

Di Giorgio Boratto Bisogna ancora ribadire che l’antifascismo deve essere un sentimento e un valore universale. Essere antifascisti non significa solo essere contro un movimento politico, ma avere sentimenti democratici, antitotalitari e credere in una umanità che può evolvere verso una società di liberi ed eguali. (Il Fatto Quotidiano)

L’opposizione è avvitata in una crisi di identità: Elly Schlein ha subìto la rivolta dei pezzi da novanta del Pd e dopo aver fatto un passo avanti mettendo il suo nome nel simbolo, ne ha fatto mille indietro cancellandolo; Giuseppe Conte parla come l’Azzeccagarbugli manzoniano, passava per strada, è diventato populista, poi progressista, oggi non si sa, è Zelig. (Liberoquotidiano.it)

Alla fine la morale di questa storia l’ha detta Fiorello, a cui tocca pesare con ironia i fatti per quel che sono: «Questo è il record dei record: il monologo censurato più visto dei monologhi censurati. (Liberoquotidiano.it)