I fratelli di Alika: «Non c'entra il razzismo» Lui non si è mai lamentato degli italiani» (foto/video)

Cronache Maceratesi INTERNO

Anche i due fratelli di Alika, Ewere Wisdom e Obioma Endurance, 35 e 32 anni, residenti uno a Reggio Emilia e uno in Spagna, giunti in mattinata a Civitanova, hanno escluso la matrice del razzismo.

Vogliamo giustizia».

In mattinata, prima del corteo, due dei sei fratelli di Alika, si sono recati all’ospedale di Civitanova Alta per un saluto alla salma

I fratelli di Alika: «Non c’entra il razzismo». (Cronache Maceratesi)

Ne parlano anche altri giornali

Insieme a lei, accompagnata dal legale della famiglia, Francesco Mantella, due dei sei fratelli di Alika. Voglio giustizia per mio marito”. (Il Fatto Quotidiano)

Alle 14, i manifestanti accorsi in città si radunano nel piazzale dello stadio. – ripetono a squarcia voce i manifestanti – giustizia per Alika” raggiunge piazza XX Settembre ed è qui che si accavallano le voci e i protagonisti del sabato civitanovese. (Vivere Civitanova)

Magari verrà risolto il fatto, ma non verrà trovata una soluzione al problema. Durerà poco affinché la morte di Alika verrà dimenticata e farà spazio a nuovi sensazionalismi e storture di campagna elettorale. (AndriaLive)

Sul posto è giunta anche la Polizia, che indaga, per ricostruire quanto avvenuto: l’uomo si trovava con la moglie su un bus e ha avuto un diverbio con alcuni ragazzi, degenerato nella violenta lite, che si sono dati alla fuga Soccorso da un’ambulanza della Rho Soccorso e da un’automedica, il ferito, dopo le prime cure, è stato trasportato in codice rosso all’ospedale Niguarda di Milano. (MI-LORENTEGGIO.COM – LE ULTIME NOTIZIE DI CRONACA, POLITICA, ANNUNCI, SPORT, FOTO E VIDEO DI MILANO E LA LOMBARDIA)

un centinaio di manifestanti:. Secondo corteo partito dallo stadio,. (Cronache Maceratesi)

L'aggressore è riuscito a fuggire dal luogo del delitto dopo aver rubato anche il cellulare della vittima, esanime sul marciapiede. Tra i due ci sarebbe stato prima un diverbio, finito poi con i colpi ripetuti di stampella che hanno ridotto senza vita lo straniero”. (Oggi Treviso)