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La paziente, vigile, ha potuto seguire le varie fasi dell'intervento che si è svolto in 2 ore di tempo robotico
In caso contrario, i bracci di lavoro rigidi del sistema Da Vinci non avrebbero potuto operare in sicurezza.
Una donna 62enne, dopo aver sconfitto molti anni prima un tumore grazie all'asportazione di un polmone, ora si trovava a convivere con una massa al rene che continuava a crescere e che non poteva essere asportata. (Metro)
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Per la prima volta al mondo un robot chirurgico ha asportato un tumore maligno al rene su una paziente sveglia, presso l’Urologia universitaria dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino. (Cronaca Qui)
La paziente, vigile, ha potuto seguire le varie fasi dell’intervento che si è svolto in 2 ore di tempo robotico Per contro, la chirurgia “tradizionale” a cielo aperto esponeva ad un rischio troppo alto di complicanze”. (Cronaca Qui)
Una donna 62enne, dopo aver sconfitto molti anni prima un tumore grazie all’asportazione di un polmone, ora si trovava a convivere con una massa al rene che continuava a crescere e che non poteva essere asportata. (L'agone)
Per contro, la chirurgia “tradizionale” a cielo aperto esponeva ad un rischio troppo alto di complicanze”. Nel frattempo la massa renale era cresciuta in modo significativo negli ultimi mesi superando i 5 cm ed era molto profonda. (ObiettivoNews)
Presa dalla disperazione, la paziente si rivolge all’ospedale Molinette di Torino. Per la prima volta al mondo un robot chirurgico ha asportato un tumore maligno al rene su una paziente sveglia, presso l’Urologia universitaria dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino. (Quotidiano Piemontese)
L’intervento rivestiva ora un carattere di urgenza sia per il rischio di diffusione del tumore sia per l’impossibilità ad asportare solo la massa salvando il rene se fosse cresciuto ancora. Gobbi, con una tecnica innovativa, ha praticato un “blocco anestetico spinale toracico continuo”, rendendo così la paziente “insensibile” nella zona del rene. (Panorama della Sanità)