Un amico come Hitler: ci si ride su con il dissacrante 'Jojo Rabbit'

Taika Watiti, regista neozelandese, torna a dare libero sfogo alla fantasia dopo la parentesi marveliana.

Johannes Betzler, per gli amici Jojo, è un bambino normalissimo: ha un gruppo di amici, partecipa agli scout nella sua città ed è un nazista molto convinto!

La cieca ammirazione per il nero regime del suo Paese lo ha portato ad immaginare una versione più infantile del suo Führer.

Non resta che correre in sala, Luftwaffe permettendo, e godersi il massacro del mito della Germania nazista ad opera di Taika Watiti. (ciociariaoggi.it)

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Oggi arriva al cinema il candidato agli Oscar 2020, Jojo Rabbit. Un traguardo inevitabile per un film di tale originalità e qualità. (Corriere Nazionale)

À NELLE SALE ITALIANE IL 16 GENNAIO. Il nuovo film diretto da Taika Waititi Jojo Rabbit arriverà nelle sale italiane il 16 gennaio distribuito da The Walt Disney Company Italia. Jojo Rabbit racconta la storia di un ragazzino di 10 anni, il giovanissimo Jojo Betzler (Roman Griffin Davis), che non riesce a relazionarsi con i suoi coetanei. (Sportiamoci)

Con Jojo Rabbit è tempo di canzonare i nazisti, ma lo humor è tutt’altro che spensierato. Jojo Rabbit Articolo di Walter Ferri Martedì, 14 gennaio 2020 Il regista Taika Waititi è divenuto famoso canzonando vampiri e supereroi. (Fantasy Magazine)

Jojo Rabbit invece non ha il coraggio di essere satirico fino in fondo. La satira di questi film funziona perché rende invisibile il punto di giuntura tra presa in giro e presa sul serio. (OptiMagazine)

Ora occorre aspettare il 10 febbraio per conoscere i vincitori agli Oscar e sapere se questo capolavoro, perché lo è, verrà premiato. Una critica satirica al nazismo e all’antisemitismo. Il film vuole essere una critica alla concezione dell’ideologia nazista, al fanatismo, portando ad una parodia della società. (NerdPlanet.it)

Presentato in anteprima italiana al Torino Film Festival un paio di mesi fa, non è difficile capire come un film come Jojo Rabbit abbia fatto parlare di se fin dal primo trailer. L’arduo compito prefissato sfocia in un risultato complessivo altalenante, che finisce col far sembrare Jojo Rabbit un po’ troppo bizzarro. (IlCineocchio.it)