Eni. Procura Brescia, De Pasquale e Spadaro avrebbero 'ignorato' documenti a favore degli indagati

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E' questa, in sintesi, l'accusa della procura di Brescia nei confronti del procuratore aggiunto di Milano Fabio De Pasquale e il pm Sergio Spadaro che devono rispondere dell'articolo 328 del codice penale, ossia rifiuto e omissione di atti d'ufficio.

Procura Brescia, De Pasquale e Spadaro avrebbero 'ignorato' documenti a favore degli indagati. Condividi. Avrebbero 'ignorato' documenti a favore degli indagati, poi tutti assolti, nell'inchiesta sul processo per corruzione internazionale con al centro il presunto pagamento di tangenti da parte di Eni e Shell per ottenere la licenza del campopetrolifero Opl-245 in Nigeria (Rai News)

Ne parlano anche altre testate

L'inchiesta bresciana riguarda, oltre a un video tra Armanna e l'avvocato Amara, anche i documenti, a loro trasmessi dal pm Storari, relativi a un un versamento di 50mila dollari da un conto dello stesso Armanna a un teste, Isaak Eke (Sky Tg24 )

La segnalazione del procedimento a carico dei due pm è arrivata al procuratore della Cassazione Giovanni Salvi, al Consiglio superiore della magistratura e al ministero della Giustizia. I pm cercarono di introdurre come teste nel processo Amara, senza dire che avevano inviato a Brescia (fascicolo archiviato) passaggi di un verbale in cui l’avvocato gettava ombre sul presidente Tremolada parlando di “interferenze da parte della difesa Eni”. (Il Fatto Quotidiano)

La segnalazione del procedimento a carico dei due pm è arrivata al pg della Cassazione Salvi, al Csm e al Ministero della Giustizia Il procuratore aggiunto di Milano Fabio De Pasquale e il pm Sergio Spadaro sono indagati dalla Procura di Brescia con l’ipotesi di rifiuto d’atti d’ufficio in relazione al processo Eni/Shell-Nigeria di cui ieri il Tribunale ha depositato le motivazioni dell’assoluzione di tutti gli imputati. (L'HuffPost)

Passa poco più di un anno ed il 30 luglio del 2014 Armanna si presenta in Procura a Milano per rendere dichiarazioni contro Eni ed i suoi dirigenti. Il 7 ottobre 2014 anche Armanna rilascia un'intervista in cui rivela gran parte delle circostanze oggetto della sua denuncia del 30 luglio (LiberoQuotidiano.it)

(LaPresse) – “L’apertura del procedimento da parte della Procura di Brescia nei confronti del procuratore aggiunto De Pasquale e del sostituto procuratore Spadaro, è atto dovuto che merita rispetto istituzionale, tanto quanto l’assoluta professionalità dei colleghi”. (LaPresse)

Toni e parole che proverebbero l'intenzione di Armanna di «ricattare i vertici» della società dalla quale era stato licenziato un anno prima Si tratterebbe, in particolare, di chat «costruite ad arte» da Vincenzo Armanna con un testimone compiacente con accuse contro altri imputati, finite nel processo Eni-Nigeria (ilGiornale.it)