In Onda, retroscena su Calenda-Renzi: "Non si sopportano. Un minuto dopo il voto..."

Liberoquotidiano.it INTERNO

11 agosto 2022 a. a. a. A In Onda, la trasmissione di La7 condotta attualmente da Marianna Aprile e Luca Telese, si parla soprattutto dell’accordo tra Carlo Calenda e Matteo Renzi.

Non potrebbe essere altrimenti, dato che la nascita del cosiddetto terzo polo è la notizia politica del giorno: un minuto dopo l’ufficialità dell’accordo, in molti hanno attaccato Calenda per ricordargli quello che dichiarava soltanto un anno fa. (Liberoquotidiano.it)

Ne parlano anche altre testate

Il suo racconto e l'autospia potranno chiarire il mistero della morte di Luca Nogaris e Alessio Picelli (il Resto del Carlino)

Non un nuovo centro sia chiaro, definizione più volte rifiutata dallo stesso Calenda che vi scorge, e a ragione, fin troppo della vecchia palude democristiana, ma una forza dinamica e innovativa a cominciare dalla scomposizione di un bipolarismo nel quale gli italiani hanno già chiaramente mostrato di non riconoscersi più sin dal 2013, quando non vi fu un vero vincitore, e ancor più con il terremoto elettorale del 2018. (SanremoNews.it)

Questa legislatura è stata un susseguirsi di scontri e polemiche fra Salvini, Meloni e Berlusconi. Mentre gli avversari si perdono fra litigi e polemiche degli avversari, Berlusconi, Meloni e Salvini raggiungono l'intesa sul programma di coalizione. (Gazzetta di Parma)

Il leader di Italia Viva: «Dobbiamo essere pronti a rappresentare l’area macroniana in Italia ». Come due viaggiatori costretti a cambiare itinerario, Carlo Calenda e Matteo Renzi si ritrovano oggi sullo stesso volo last minute, nonostante avessero programmato destinazioni diverse. (Corriere della Sera)

Se c’è una forza e una casa realmente lib-dem questo è il Terzo Polo in Italia e Renew Europe a Strasburgo. Lo dicono anche i sondaggi: il 40 per cento degli indecisi lo è tra centrodestra e Terzo polo (Tiscali Notizie)

E invece, alla fine, l’accordo siglato con Matteo Renzi prevede una divisione perfetta: il 50% ai candidati d’Italia viva e l’altra metà a quelli di Azione. All’inizio sembrava che Carlo Calenda potesse pagare la fuga col Pd in termini di posti in lista. (Il Fatto Quotidiano)