Iss: in terapia intensiva 26,7 casi ogni 100mila per i non vaccinati

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Avvenire SALUTE

Il tasso di ricovero in terapia intensiva è pari a 26,7 casi ogni 100mila per i non vaccinati e 0,9 ogni 100mila per i vaccinati con booster

La percentuale di casi sul totale risulta in lieve diminuzione da 2,0% della settimana precedente a 1,8%".

Nell'ultima settimana, si legge nel report, rimane invece stabile la percentuale dei casi segnalati nella popolazione di età scolare (20%).

Ansa. COMMENTA E CONDIVIDI. (Avvenire)

La notizia riportata su altri media

Questa tendenza trova conferma anche nei dati aggregati raccolti dal Ministero della Salute (2.050 per 100.000 abitanti nel periodo 6- 12/01/22). Nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster, l’efficacia nel prevenire la diagnosi e i casi di malattia severa è pari rispettivamente al 68,8% e al 98% (Il Reggino)

Nell’ultima settimana la percentuale di reinfezioni (3,3%) sul totale dei casi segnalati risulta stabile rispetto alla settimana precedente (3,1%). La probabilità di contrarre una reinfezione risulta più elevata nei non vaccinati rispetto ai vaccinati con almeno una dose e negli operatori sanitari rispetto al resto della popolazione”. (Corriere Romagna)

Negli ultimi sette giorni si registra un +120 contro il +260 dei sette giorni precedenti I pazienti Covid nelle terapie intensive sono 1.677, due in meno del giorno prima. (ilGiornale.it)

– “Sull’impatto della vaccinazione nel prevenire nuove infezioni, ricoveri e decessi, l’efficacia del vaccino (riduzione del rischio rispetto ai non vaccinati) nel prevenire la diagnosi di infezione SARS-CoV-2 è pari a 71% entro 90 giorni dal completamento del ciclo vaccinale, 57% tra i 91 e 120 giorni, e 34% oltre 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale”. (Dire)

C’è tutto il peso dei non vaccinati sugli ospedali italiani nel rapporto di ieri dell’Istituto superiore di sanità (Iss). Al gruppo dei non immunizzati però appartengono 7 milioni di italiani, al secondo 53: la sproporzione è di sette volte e mezzo (La Repubblica)

Non c’è quindi alcuna differenza di età tra i morti “di vecchiaia” e i morti Covid. Sono molti di più gli over 60 vaccinati ricoverati rispetto agli under 40 non vaccinati ricoverati, quindi qualsiasi eventuale problema sociale legato all’occupazione degli ospedali non è imputabile in alcun caso ai giovani non vaccinati, che in ospedale non ci vanno in ogni caso. (MeteoWeb)