Muore Vittorio Gregotti, l'architetto di fama internazionale vinto dal coronavirus - La Stampa

Nel 1974 fonda il suo studio, e nel 2017 al compimento decide di chiuderlo perché dice, «l’architettura non interessa più a nessuno».

Un grande lutto nella cultura italiana, se ne va Vittorio Gregotti, architetto di fama internazionale, aveva 92 anni e non è riuscito a combattere il flagello del coronavirus .

«Un buon progetto che non è stato realizzato come avrebbe dovuto», spiegava Gregotti.

Una quotidianità,la sua fatta, di passioni, l’architettura prima di tutto ma anche la musica che considerava uno strumento per chi come lui disegnava idee e aveva bisogno di ritmo per immaginarle realizzate. (La Stampa)

Se ne è parlato anche su altri media

RETROSCENA LOTITO - AGNELLI: IL BATTIBECCO. CLICCA PER LEGGERE LE ULTIME NEWS DI LAZIO. CLICCA PER IL NOSTRO CANALE DAILYMOTION Nato a Novare il 10 agosto del 1927, Gregotti è ricordato per un'attività trasversale, dalla progettazione alla risistemazione. (La Lazio Siamo Noi)

Poi il consiglio: “Ai giovani vorrei insegnare a non essere così, a non avere con i fondamenti dell’architettura un rapporto istintivo, a studiare, a utilizzare bene tutti gli strumenti che oggi hanno a disposizione”. (Virgilio Notizie)

E' stato anche docente di Composizione architettonica presso l'Istituto Universitario di Architettura di Venezia, ha insegnato nelle Facoltà di Architettura di Milano e Palermo. Nel 1974 ha fondato la Gregotti Associati di cui è stato presidente. (Sky Tg24 )

Tempo di lettura: < 1 minuto. Ci lascia l’architetto Vittorio Gregotti, dopo sessant’anni di carriera e più di 1660 progetti, tra cui il piano regolatore della città di Torino. Il Coronavirus ha raggiunto anche l’architetto di fama internazionale Vittorio Gregotti, ricoverato a Milano qualche giorno fa per una polmonite. (Mole24)

Vittorio Gregotti, uno dei maestri dell’architettura del Novecento, è morto a Milano domenica 15 marzo, in seguito a una polmonite da coronavirus. La morte di mio fratello: è stato il più grande dolore della mia vita; il rimpianto è di non averlo amato di più. (Corriere della Sera)

La telefonata era arrivata implacabile, il giorno della pubblicazione dell’intervista sul «Corriere»: «Grazie, è venuta bene, ma quella foto proprio non mi piace, non mi assomiglia, sembro così vecchio, non ne abbiamo un’altra?». (Corriere della Sera)