Operazione antidroga, armi ed estorsioni: 18 arresti a Torre Annunziata

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L’unica soluzione è levare la patria potestà sin da piccolissimi ai figli delle famiglie dei camorristi e degli spacciatori.

Questa spirale o si ferma con il massimo della determinazione o ci saranno sempre più vittime innocenti” dichiara il consigliere regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli

A venderla, vari nuclei familiari, tutti residenti ai “Poverelli”: famiglie che si avvalevano anche di ragazzi minorenni. (Salernonotizie.it)

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Il diniego innesca l’immediata reazione dei suoi genitori: “che bastardo”, dice la madre al figlio reticente, incalzata dal padre che rincara la dose: “com’è infame”. Per la consegna, a questo punto, si offre la sorella del ragazzino, anch’ella minorenne, ma arriva la telefonata del fidanzato che è in carcere e la ragazza cerca di convincere il fratello offrendogli 10 euro, come ricompensa. (Metropolisweb)

Il commento di Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale di Europa Verde Un blitz che ha portato all’arresto di 18 persone e che si riassume con un caso emblematico. (Voce di Napoli)

La circostanza emerge da un'intercettazione risalente alla notte del 26 dicembre 2018: uno degli indagati chiede al figlio, appena undicenne, di contattare la zia per chiederle di recarsi a casa loro e poi, quando questa arriva, cinque minuti dopo, allo stesso ragazzino viene chiesto di eseguire la consegna (10 grammi di cocaina) ma lui si rifiuta: "Mi scoccio", dice (La Repubblica)

Un quadro di degrado allucinante a Torre Annunziata, dove ieri è stata sgominata la piazza di spaccio del Rione Poverelli. Un degrado, per ora, frenato dall’ennesima operazione dello Stato nella zona sud di Torre Annunziata (Lo Strillone)

Gli spacciatori, come ricostruito dai carabinieri, usavano un linguaggio in codice per trattare le cessioni di sostanza stupefacente I messaggi in codice. Le difficoltà nel portare avanti le indagini derivano dai tentativi di tradurre il linguaggio con cui i malfattori si parlavano tra di loro. (ilGiornale.it)

La zia, in casa con la madre e il padre, chiede al nipote di appena 11 anni di consegnare una dose di cocaina. Si è già scritto del linguaggio in codice (“ambasciata”, “caffè”, “toso”, “biscotto”, “pallini”), non poteva mancare visti i tempi il contorno social: sui social una delle madri indagate postava tempo fa sui social la foto del figlio. (Il Riformista)