Tra menopausa e il rischio Alzheimer esiste un collegamento?

AGI - Agenzia Giornalistica Italia SALUTE

Come detto, l'ippocampo è una regione altamente specializzata per l'orientamento spaziale, per cui questo tipo di allenamento coinvolge questa struttura cerebrale più di altre.

otrebbe essere legato al livello degli estrogeni associati alla menopausa un fattore di rischio per lo sviluppo della malattia di Alzheimer.

A scoprirlo uno studio realizzato da un gruppo di ricercatrici del Cnr-Ibbc che è stato pubblicato sulla rivista Progress in Neurobiology. (AGI - Agenzia Giornalistica Italia)

Su altri media

Nel mondo la malattia di Alzheimer colpisce circa 40 milioni di persone. Fino al 30 settembre si potrà sostenere la ricerca di Airalzh Onlus – Associazione Italiana Ricerca Alzheimer. (Velvet Mag)

Al Tribunale di foggia si era rivolto pertanto il figlio di un anziano che dopo aver pagato per anni la retta, aveva consultato l'associazione Konsumer e sospeso il pagamento. Per questo è importante l'ultima pronuncia in ordine di tempo che arriva dal Tribunale di Foggia, diffusa nella Giornata Mondiale dei malati di Alzheimer (Il Sole 24 ORE)

Alzheimer Europe e Federazione Alzheimer Italia si uniscono nel chiedere risposte immediate da parte dei governi, perché gli Istituti di ricerca e i ricercatori impegnati nel campo della demenza ricevano il supporto economico necessario a riprendere le attività in corso e avviarne di nuove. (Corriere della Sera)

🗓 Oggi è la Giornata mondiale della malattia di Alzheimer: un morbo non ancora curabile, ma che può essere accompagnato nel suo decorso. POTREBBE INTERESSARTI ANCHE > > > Whatsapp, in arrivo una nuova funzione antispia: i dettagli. (Ck12 Giornale)

Alzheimer Europe e Federazione Alzheimer Italia si uniscono nel chiedere risposte immediate da parte dei governi, perché gli Istituti di ricerca e i ricercatori impegnati nel campo della demenza ricevano il supporto economico necessario a riprendere le attività in corso e avviarne di nuove. (Notizie - MSN Italia)

Sebbene sia noto il meccanismo che causa la degenerazione delle cellule neuronali (accumulo di beta-amiloida) non sono ancora disponibili delle cure farmacologiche totalmente efficaci. Scoperta all’inizio del secolo scorso da uno psichiatra tedesco, Alois Alzheimer , non si tratta di una semplice patologia legata all’invecchiamento, ma di una malattia degenerativa del cervello che può colpire le persone fin dai 30-40 anni di età. (PRESSENZA – International News Agency)